Cassa integrazione a 100mila. "E c'è il terrore di non farcela"

Già inoltrate richieste per ventimila aziende lombarde Senna: "Un grido di dolore di tanti. Ma ci solleveremo"

Cassa integrazione a 100mila. "E c'è il terrore di non farcela"

Cassa integrazione per 100mila. È impressionante il dato delle misure eccezionali necessarie a fronteggiare la crisi derivante dallo stop forzato alle attività economiche. La Regione ieri ha comunicato che 20mila aziende lombarde, per un totale di 57mila lavoratori, hanno fatto richiesta per la Cassa integrazione in deroga. Numeri registrati prima di Pasqua nella sola Lombardia, dove sono in lavorazione le domande di almeno altri 50mila dipendenti. «Tutti - si legge nella nota regionale - potranno beneficiare dell'anticipo della Cassa Integrazione garantito da Regione Lombardia: i fondi saranno erogati nei prossimi giorni, su richiesta degli interessati alla propria banca».

«Fin dai primi giorni dell'emergenza sanitaria - spiega Gianmarco Senna, presidente della commissione Attività produttive - imprese lavoratori e categorie si sono interrogati su cosa fare e come gestire l'incipiente crisi economica. Per rispondere a queste e a tante altre domande, abbiamo avviato con la commissione che presiedo un'intensa attività di ascolto e dialogo attraverso incontri virtuali. Durante questi incontri è emersa tutta la preoccupazione di imprenditori e lavoratori, la paura nel destreggiarsi in una burocrazia farraginosa, ma anche la loro voglia di fare e di non mollare. I giorni sono passati, tanti, e la situazione si è aggravata dal punto di vista sanitario e dal punto di vista economico. Attualmente - prosegue Senna - è sotto gli occhi di tutti, il sistema produttivo lombardo è fermo con tutte le conseguenze inevitabili. Il settore della ristorazione, quello del turismo, le categorie di parrucchieri ed estetiste, tutti i negozi di abbigliamento e accessori, e tante altre categorie merceologiche sono in allarme. Il grido è comune: imprenditori, lavoratori, commercianti e artigiani hanno paura di non farcela; la paura più grande è quella di non riuscire ad aprire una volta passata l'emergenza sanitaria. Perché nel frattempo si sono accumulati costi, tasse, imprevisti economici a fronte di guadagni zero».

E lo Stato? «Neanche un euro, solo l'invito a chiedere finanziamenti bancari, esponendosi ulteriormente, tra l'altro con tempi molto più lunghi di quanto prospettato, mentre di tempo non ce n'è: l'accesso al credito deve essere velocissimo in questo momento. Proprio per questo Regione Lombardia ha deciso di garantire la cassa integrazione per i dipendenti, e di stare accanto alle imprese attraverso diversi strumenti tra cui Finlombarda, agenzia finanziaria che vanta diverse risorse per aiutare gli imprenditori del nostro territorio». La forza dei lombardi è nota - conclude Senna - e adesso credo a tutto il mondo.

Nella nostra regione è avvenuto uno tsunami: niente di paragonabile a quello che è successo nelle altre parti d'Italia. Ma noi lombardi siamo persone energiche, produttive e resilienti, e con accanto una Regione così forte, ripartiremo più forti di prima».

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