Il comitato contro la Caritas: la nuova mensa spacca Greco

Un gruppo di residenti si dissocia dai vandalismi ma raccoglie firme sull'iniziativa La Curia: «Non ci sarà nessuna coda all'esterno, pranzerà qui solo chi sarà invitato»

Il comitato contro la Caritas: la nuova mensa spacca Greco

Si dissociano dall'atto di vandalismo, quello spray verde che ha coperto la targa della Caritas di Greco. Chi l'abbia imbrattata resta un mistero: su quel lato della Chiesa di San Martino non arriva l'occhio della telecamera, posta sul retro. Ma i membri del comitato cittadino che da giorni gridano contro l'apertura della mensa al posto del teatro (chiuso) in piazza Greco, e, alle spalle della Chiesa, del centro che ospiterà disabili e rom, rivendicano con decisione il loro punto di vista.

Contro la mensa: si affaccia proprio sulla piazza principale del quartiere, luogo d'incontro dei cittadini. Non è pensabile, dicono, che si affolli di persone in coda in attesa del pasto. La Caritas ambrosiana, sul punto, precisa: «Non si tratterà di una mensa nel senso tradizionale, non ci sarà nessuna coda fuori perché il pasto non sarà dato a chi va a fare la fila: entreranno a pranzare solo le persone che vengono invitate da noi in quanto già prese in carico». Ad esempio disoccupati già inseriti in progetti di recupero per trovare un nuovo impiego. E, spiegano ancora da Caritas, l'ex teatro sarà occupato solo a ora di pranzo, nel resto della giornata quel luogo «resta a disposizione dei cittadini del quartiere, per incontri culturali e dibattiti». Ma a mandare su tutte le furie il «Movimento per Greco» c'è anche l'affidamento all'associazione «Oikos» dello spazio sul retro della Chiesa, confinante con l'oratorio dei bambini: in questi giorni è in ristrutturazione, poi vi sorgeranno appartamenti destinati a disabili e famiglie rom. Puntano il dito contro il parroco, Don Giuliano, che ha dato in comodato quegli spazi perché la loro gestione economica non era sostenibile. «Senza parlare con i cittadini», accusano, anche se poi viene fuori che la questione è stata annunciata in Chiesa e discussa in consiglio di zona. Paventano pure il rischio che il bacino di ospiti si allarghi anche alla cascina Conti, che si trova esattamente di fronte, seppure al momento è ancora un rudere, e si capisce a occhio che la riqualificazione avrà tempi lunghi. Più in generale, sottolineano che nel quartiere Greco esistono già dei luoghi di accoglienza per i poveri: il centro per i senza tetto di Fratel Ettore, in via Sammartini, che ha riaperto a dicembre 2011, un rifugio per donne scampate alla guerra in Bosnia, il centro Sprar (dedicato a richiedenti asilo e rifugiati) gestito dalla Onlus Arca in via Stella, di fronte a un magazzino di forniture in acciaio oggi dismesso. Mentre la mensa in piazza Greco e gli appartamenti in via Conti, dicono, sono «troppo vicini» alle scuole: le elementari sono due strade più in là, in via Emilio De' Marchi. Ieri il Cardinale Scola, che già aveva invitato a «mettere prima il bene comune», è tornato a parlare, durante la messa al cimitero di Bruzzano, sottolineando la necessità di essere «autentici cittadini e autentici cristiani», capaci di «costruire rapporti a partire dalla famiglia fino alla solidarietà con chi è emarginato».

Il cardinale parla di «disagi, prove e fatiche che i grandi mutamenti in atto ci stanno mettendo addosso». Ma invita a «tener sempre insieme questi tre elementi: diritti, doveri e leggi». Perché, spiega, «solo quando vanno insieme una civiltà diventa tale. E la nostra Milano domanda questo con forza».

Twitter @giulianadevivo

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