Per essere un'inchiesta - almeno all'apparenza - di piccolo cabotaggio, continua a colpire bersagli eccellenti. Dopo aver toccato direttamente il governatore lombardo Roberto Maroni, infatti, l'indagine della Procura su alcuni contratti «facili» fatti dalla Regione arriva anche al segretatio generale del Pirellone, il leghista Andrea Gibelli. Per Gibelli, come per Maroni, l'accusa è di «turbata libertà nella scelta del contraente». In pratica, l'uomo a capo della macchina regionale avrebbe fatto indebite pressioni sui vertici di Eupolis - ente di Regione Lombardia per la ricerca, la statistica e la formazione - affinché Mara Carluccio, fedelissima del governatore fin dai tempi del Viminale, ottenesse un contratto di consulenza e conseguisse «un'indebita utilità economica pari a 29.500 euro annui». A Maroni, invece, viene contestato anche il contratto di due anni (a 5mila euro al mese) ottenuto da Maria Grazia Paturzo - altra sua vecchia conoscenza - da Expo 2015 spa.
Al momento - stando al reato contestato dal pubblico ministero Eugenio Fusco - l'indagine galleggia al livello della raccomandazione condita da minacce o da qualche promessa di benefici economici e di carriera a chi avrebbe dovuto assegnare il contratto di Eupolis. Non un granché nemmeno in termini di danno economico, a fronte peraltro di centinaia e centinaia di consulenze pagate da Regione Lombardia per conto della società di via Taramelli e sulle quali, forse, potrebbe avere da ridire la Corte dei conti. Una macchina da 700 contratti solo quest'anno, costati ai contribuenti qualcosa come quattro milioni di euro. Un'enormità di fronte alla quale i 30mila euro contestati dai pm alla Carluccio (e a Maroni e Gibelli) scolorano. E tuttavia, se indebitamente concessi, sono sufficienti a scatenare la bufera. Riaccesasi negli ultimi giorni. Lunedì, infatti, sono stati sentiti in Procura tre funzionari di Eupolis e Fabio Gamba, consulente della Regione e collaboratore dell'assessore alla Salute Mario Mantovani. E ieri i carabinieri del Noe hanno presentato al segretario generale della Regione un ordine di esibizione di documenti.
«La vicenda è nota da tempo e avrò modo di dimostrare la mia estraneità nelle sedi opportune, così come la correttezza dell'operato di Regione Lombardia», è l'asciutto commento di Gibelli. Al quale seguono le parole del governatore Maroni. «Nessun commento, è una vecchia vicenda, sono tranquillissimo, è stato fatto tutto in modo assolutamente regolare». Inevitabile, invece, arriva l'affondo delle opposizioni.
«Siamo molto preoccupati per la tenuta della legalità in Lombardia - attacca Andrea Fiasconaro, portavoce del Movimento 5Stelle in Lombardia -. Dopo nemmeno un anno e mezzo il governatore della Regione Roberto Maroni e il suo uomo di fiducia, il leghista Andrea Gibelli, risultano indagati. Non è questa la Lombardia che meritano i lombardi».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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