Il coronavirus ha raggiunto un altro centro d'accoglienza per migranti di Milano, che ha fatto registrare nove casi di contagio (otto ospiti più il direttore del centro). Secondo quanto riportato dal quotidiano locale Il Giorno nessuno risulterebbe essere in gravi condizioni e la struttura al momento è guidata dal vice responsabile, col direttore che sta coordinando in quarantena da casa i lavori grazie allo smart working. Per quanto riguarda invece gli otto stranieri, quattro di loro sono stati posti in regime di sorveglianza sanitaria mentre i restanti si trovano attualmente in una struttura apposita per la quarantena.
Nel frattempo sono stati attuati tutti i protocolli previsti per casi di contagio da coronavirus come questo: l'intera struttura è stata sottoposta immediatamente a trattamento di sanificazione, mentre il medico dell'Ats metropolitana - che partecipa al centro di coordinamento soccorsi attivato ad inizio mese per aiutare a gestire quest'emergenza - è stato inviato dalla Prefettura ad effettuare regolari sopralluoghi per verificare personalmente la situazione. Inoltre è stato deciso di trasferire momentaneamente 17 migranti in altre strutture vicine, in modo da favorire il distanziamento minimo previsto dai vari decreti fra coloro che sono rimasti e sono stati monitorati con un occhio particolare tutti gli stranieri entrati in contatto coi positivi, anche se asintomatici.
Giusto un paio di settimane fa, sempre a Milano, si era verificato un altro caso di positività al Covid-19 in un centro d'accoglienza della città meneghina, quello sito in via Fantoli. Un ospite era stato contagiato dal temibile coronavirus e condotto presso l'ospedale militare di Baggio, dove i medici dell'esercito lo avevano sottoposto all'inevitabile quarantena prevista dal protocollo in casi di positività.
Fra tante notizie brutte una piccola speranza arriva dall'assessore al welfare della regione Lombardia, Giulio Gallera, che nella giornata di ieri ha evidenziato di come "I dati ci dicono che l'epidemia si è stabilizzata e non è più in crescita, quindi il picco dovremmo averlo sorpassato". Gallera inoltre ha sottolineato che la sanità lombarda è riuscita a superare quota 1.600 letti di terapia intensiva, quando la cifra di partenza era di 724.
L'assessore al welfare della regione Lombardia ha comunque invitato i suoi corregionali a non abbassare minimamente la guardia, specificando che " Dovremo scaglionare il ritorno alla nostra vita sociale per un numero considerevole di mesi. Adottando nuove abitudini, come per esempio la mascherina" - ha concluso realisticamente l'assessore.
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