«Così è rinata la Versailles di Bollate»

Parla Cesare Rancilio, presidente della Fondazione che gestisce la Villa

Marta Calcagno Baldini

Entrando nella secentesca Villa Arconati, in una frazione di Castellazzo, nel Parco delle Groane, a soli 10 km dal centro di Milano, si respira una sensazione di accoglienza e tranquillità. La Villa resta aperta tutto l'anno: nei mesi invernali principalmente nei weekend, durante la stagione estiva anche durante la settimana, e vi si organizzano mostre, concerti e attività, per 60mila visitatori l'anno. Siamo in una costruzione secentesca, voluta dal Conte Galeazzo Arconati che la acquistò nel 1610 trasformandola da tenuta di campagna a vera e propria villa, completa di tutti i crismi per renderla degna di un uomo di stirpe: 200 ettari di terreno tra bosco, campagna e borgo relativo alla Villa. Per non parlare delle scuderie, che sono state disegnate da Leonardo Da Vinci in persona. Anche il Codice Atlantico del Genio trovò sede stabile nella biblioteca del Conte, che infatti lo comprò, per poi venderlo nel 1635-36 alla Biblioteca Ambrosiana. E tanta bellezza non mette in soggezione, l'atmosfera è di naturale accoglienza. «L'energia, quando gira bene, si alimenta da sola», dice presto Cesare Rancilio, imprenditore edile attivo tra la Francia, l'Italia e il Mondo. È il fratello di Augusto Rancilio, giovane architetto rapito e ucciso nel 1978 a Cesano Boscone. Da circa 18 anni Cesare è il proprietario della Villa: «30 anni fa -racconta- due amici mi hanno proposto di comprare questa proprietà. Io allora ero negli Stati Uniti, ma mi parse una giusta operazione: siamo vicini a Milano e a Malpensa. Partecipai all'acquisto». L'intento era quello di ricavare dalla proprietà un albergo di lusso, ma per varie lentezze burocratiche alla fine i due soci uscirono dall'affare. «A quel punto ho capito che la cosa migliore da fare era portare qui FAR, la Fondazione a nome di mio fratello Augusto, nata già nel 1983 in sua memoria». E, con questa nuova idea, l'energia inizia a girare bene. Si avviano i restauri, e grazie alla Fondazione si organizzano mostre, progetti di studio, e poi spettacoli teatrali, concerti, conferenze. «Villa Arconati è un bene di tutti» continua Cesare Rancilio. Oltre al caffè Goldoni dove si può consumare anche un brunch, per l'estate 2019 sono appena stati avviati diversi nuovi progetti. Come le Visite Guidate in Abito d'Epoca, per far vivere la Villa dalla viva voce degli antichi padroni di casa e dei loro servitori. Non manca l'esposizione di 6 carrozze originali del 1800 e 900, in tre nuovi spazi, prima magazzini, nel cortile accanto alle Scuderie Nobili. Infine le mostre: nel cinquecentenario della morte di Leonardo Da Vinci, non potevano che essere dedicate al Genio. Il Codice Atlantico torna a casa grazie alla prima riproduzione integrale in stampa eliotipica, curata dall'Accademia dei Lincei fra il 1894 e il 1904. Ancora dedicata a Leonardo è A come Leonardo. Esperienza Fluorescente, un racconto per immagini che pone al centro il visitatore, mettendo in dialogo Leonardo e l'unicità della villa degli Arconati. Infine le mostre di arte contemporanea: Linee è di Mario Raciti e Valdi Spagnulo. Visioni di taglio. Alessandro Gioiello, nell'Ala delle donne, e Sguardi nuovi per antiche stanze, sul piano Nobile, dove si trova la selezione di opere degli artisti più rappresentativi della collezione Kiron. Per la prima volta saranno esposte due opere di Picasso realizzate con il «maestro del vetro» Egidio Costantini. Proseguono fino a settembre i venerdì sera con la birra artigianale del Birrificio Follia Pura, nella Corte Nobile, e concludiamo col teatro: Nobili e Servi.

Una storia lombarda rende omaggio a Leonardo e al suo legame con Galeazzo Arconati: una commedia in italiano e dialetto milanese sulla vicenda della donazione del Codice Atlantico all'Ambrosiana (Repliche: 23 giugno 28 luglio 29 settembre 27 ottobre 24 novembre | ore 20.30, www.villaarconati-far.it).

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