Crolli in serie, il centro di Milano cade a pezzi

Da Brera alla Galleria, dai portici al pavè: il degrado avanza ed è un pericolo

La galleria Vittorio Emanuele a Milano
La galleria Vittorio Emanuele a Milano

Raccontare di una Milano che cade a pezzi a due anni da Expo è piuttosto avvilente. Eppure tant'è. Se fosse stato un solo episodio, pace, avremmo parlato di un caso, di una fatalità. Ma gli episodi sono tanti, forse un po' troppi.
Lunedì il crollo di una parte del fregio dell'arco d'ingresso in Galleria, a pochi metri da Autogrill, nel salotto buono della città. Un mese fa un altro crollo, poco distante: sotto i portici in piazza Duomo, di fronte alla gioielleria, un pezzo di intonaco è venuto giù, sbriciolandosi a terra, con tanto di stucchi. Roba da rimanerci secchi a passare lì sotto nel momento sbagliato.
E ancora: due settimane fa è crollato il muro di cinta dell'Orto botanico, puntellato da mesi ma abbandonato come un cascinale di campagna. È bastato qualche giorno di pioggia per gonfiare il terreno e far cedere definitivamente un altro pezzo di storia di Milano e di Brera. Lo scorso novembre una bimba rimase ferita da un cornicione crollato da un palazzo in piazza Fusina. Andando indietro di un paio d'anni, al gennaio del 2009, il cuore di Milano fu graffiato da un altro incidente. In corso Vittorio Emanuele, in galleria De Cristoforis, crollarono due lastroni di marmo, staccati all'improvviso da una colonna, e colpirono e ferirono due donne. Il degrado in centro non si misura solo a suon di crolli. Spesso, lungo le rotaie del tram, i masselli del pavé escono dal terreno per qualche centimetro. Abbastanza per far scivolare scooter e bici, soprattutto nelle giornate di pioggia. Insomma, ci sono due anni di tempo per rimettere a nuovo il centro e i Navigli e, magari, per far sparire dalla circolazione i topi che, spesso e volentieri, attraversano di corsa le aiuole di piazzale Cadorna o fanno capolino da qualche tombino di Brera.
Per evitare altri crolli in Galleria, sono in corso i sopralluoghi: verrà controllata da vicino la sommità dell'arco per accertare il punto esatto del distacco e verificare la stabilità degli intonaci e delle parti decorative. Successivamente si procederà a verifiche estese su tutto il lato del portico. «Dopo i sopralluoghi - spiega l'assessore ai Lavori pubblici, Casa e Demanio Lucia Castellano - partiremo subito con le opportune indagini tecniche e le estenderemo anche ai portici». Palazzo Marino, tra le opere pubbliche prioritarie, ha stanziato un milione e mezzo di euro per interventi urgenti di manutenzione sulla Galleria. «Interventi - aggiunge la Castellano - che si aggiungeranno a quelli già effettuati nell'ultimo anno per salvaguardare il complesso monumentale».
In particolare, il progetto prevede la sostituzione di alcune vetrate, la sigillatura dei giunti, la verniciatura delle parti in ferro. L'appalto consentirà poi di intervenire in caso di emergenza, ad esempio per la ripulitura di superfici imbrattate o il ripristino di parti deteriorate. Agli interventi programmati con il nuovo appalto, si aggiungono quelli già realizzati nell'ultimo anno.

In particolare, si è concluso a maggio, dopo 8 mesi di lavori, il recupero di una porzione della facciata verso piazza Duomo. A luglio inoltre è terminato il restauro della pavimentazione, per un totale di 6.300 metri quadri, di cui 4mila mq di Galleria e 2.300 di portici.

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