D'Alfonso prova a rimangiarsi tutto

Dopo l'«invito» del sindaco un comunicato per sminuire i contrasti tra giunta e consiglieri

Almeno questa non si è tra­scinata per giorni, come le sce­neggiate tra il sindaco e l’ex as­sessore Stefano Boeri. L’ affaire Franco D’Alfonso è rientrato in poco più di 24 ore. L’assessore al Commercio aveva firmato mercoledì un duro intervento sul settimanale ArcipelagoMi­lano in cui sparava a zero sui consiglieri della maggioranza, definendoli in sostanza degli «inetti» che non sanno da parte stare e non sostengono la giun­ta. Critiche pesanti al Pd, ai co­mitati di zona, agli imprendito­ri, persino ai sindacati.

Apriti cielo. É partita la rivolta dei con­siglieri del centrosinistra che hanno chiesto un incontro ur­gente al sindaco per chiarire se l’assessore, tra i coordinatori del movimento arancione, si ri­conoscesse ancora nella mag­gioranza. Ieri mattina è partito il lavoro di ricucitura. Giuliano Pisapia ha incontrato prima il capogruppo del Pd Lamberto Bertolè che ha chiesto le dimis­sioni di D’Alfonso. Tra i più duri nel gruppo, Monguzzi, Bocci, Ghezzi, Gentili. Anche il consi­gliere di Sel Mirko Mazzali esprime sostegno a Bertolè. E il coordinatore provinciale del Pd Roberto Cornelli con una nota sottolinea che «l'operato sempre leale del Pd» mentre «le parole di D'Aalfonso dividono. Forse qualcuno preferisce sparare sul Pd per un qualche personale tornaconto politico».

Nel primo pomeriggio il sindaco riunisce la giunta (mentre D'alfonso è a Linate per l'inaugurazione del «Caffè Milano»). Nessuno dei colleghi difende l'assessore, critiche per le offese all'aula inopportune mentre sta per essere portato in aula il Bilancio, richiederà la massima coesione. L'assessore Carmela Rozza, ex capogruppo Pd, consiglia le pubbliche scuse di D'Alfonso per uscire dall'empasse. Il sindaco è in imbarazzo, a due mesi dal licenziamento di Boeri non vuole riaprire un caso. L'assessore da Linate si scusa a metà: «la mia riflessione non era rivolta nello specifico al Pd», Ma «se qualcuno si è risentito evidentemente qualche nervo scoperto è stato toccato».

Mentre il centrodestra assiste divertito allo show e deposita una mozione che chiede le dimissioni dell'assessore, il Pd si infuria la seconda volta. «Ha fatto dichiarazioni sbagliate nel tono e nel contenuto, soprattutto sbagliato nella sostanza - dichiara il sindaco -. Non condivido assolutamente nulla di quello che ha scritto. L'ho già detto anche ai consiglieri, apprezzo il loro lavoro e impegno, e solo con la coesione fra giunta e aula si riescono a superare le difficoltà».

Alle 18 il faccia a faccia Pisapia-D'Alfonso. E guarda caso, subito dopo le scuse vengono affidate ad una nota più puntuale: «Si è sviluppato mio malgrado un dibattito centrato su alcune frasi che riguardavano la maggioranza consiliare. La mia intenzione non era certo quella e il senso politico dell'articolo stava e sta in altra parte - premette -, cioè nella difesa del lavoro dell'Amministrazione di fronte ad alcune critiche che non condividevo e non condivido». Ma «se la sensibilità dei consiglieri li ha portati a concentrarsi su quell'aspetto, vuol dire che ho fatto io un errore e non altri. Non ho mai pensato di offendere alcuno e nel caso qualcuno, come avvenuto, si sia sentito offeso mi scuso collettivamente e personalmente con loro».

Capitolo chiuso? Per ora.

«Prendo atto - replica Bertolè -. Apprezzo innanzitutto le parole del sindaco nei confronti della maggioranza. Ma auspico al più presto un momento di confronto serrato e approfondito per chiarire quello che è successo».

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