Ecco i migranti-fantasma, arrivano e spariscono

Sono gli stranieri irreperibili, che non finiscono nelle statistiche. Nel 2016 sono già 139

Ecco i migranti-fantasma, arrivano e spariscono

C'è un aspetto dell'accoglienza ancor più inquietante dei continui arrivi, inestimabili. E perfino dei bivacchi e delle condizioni precarie in cui i profughi vivono in città. È il numero degli immigrati «che spariscono». Quelli che nelle statistiche vengono classificati come irreperibili. Arrivano in stazione Centrale, finiscono nel calderone della sistema della prima accoglienza, presentano domanda per essere riconosciuti come rifugiati e poi, puff, diventano invisibili e fanno perdere le loro tracce. Finendo chissà dove. Ma di fatto scomparendo dai registri delle prefetture, delle commissioni e perfino da quelli dei volontari nei centri di accoglienza.

A Milano gli irreperibili sono 139 solo nel 2016. Un numero che va ad aggiungersi ai 2.275 clandestini presenti sul territorio. Di tutte le domande di asilo politico (3.964) analizzate dall'inizio dell'anno, tante sono state rifiutate (più della metà) per motivi legati soprattutto ai paesi di provenienza degli immigrati. Una volta appurato che questi 2.275 immigrati non stavano scappando né da guerre né da regimi dittatoriali, è stato impossibile riconoscerli come rifugiati.

I clandestini (negli ultimi otto mesi in Lombardia ne sono stati identificati 3.475 e in Italia sono 30.367) rappresentano un costo notevole. Non solo per vitto e alloggio, ma anche per le spese legali. A denunciare il fenomeno è l'assessore regionale alla Sicurezza e Immigrazione Simona Bordonali: «Non se ne parla mai, ma gli avvocati sono tutti a carico dello Stato, cioè delle nostre tasche. E la mole di pratiche è talmente alta che si intoppa il fluire del lavoro nei tribunali». Ogni istanza costa 500 euro e rimane aperta, in media, un paio di anni. Significa che in Lombardia le spese legali per i clandestini che sperano di essere riconosciuti come rifugiati e profughi ammontano a 1,7 milioni di euro e in Italia superano di un pezzo i 15 milioni. A Milano la spesa ammonta a 1,1 milione di euro. Un trend preoccupante soprattutto perché ormai consolidato e perché purtroppo i rimpatri eseguiti sono pochissimi. Questo significa che per la città e per la regione girano centinaia di clandestini che non sono più nei centri di accoglienza e che non possono lavorare. Assieme agli irreperibili rappresentano un bacino succoso dove le organizzazioni criminali possono attingere per pescare bassa manovalanza e adepti da impiegare nei compiti più bassi, senza alcuna garanzia e seguendo solo le regole del più bieco sfruttamento. Una soluzione a tutto questo potrebbe arrivare solo da un'accelerata nelle pratiche di rimpatrio.

«Non dovremmo nemmeno iniziare le pratiche per chi arriva dai paesi senza guerra - suggerisce l'assessore Bordonali - Senza accollarci i costi di persone che non ne hanno diritto, potremmo garantire i diritti a chi ne ha davvero».

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