Non amano avere una linea guida, un tema sotto cui riunire la scelta degli spettacoli da inserire in una stagione: «Il teatro italiano è ricchissimo, formare un cartellone in base ad un argomento base deciso a priori non ci interessa». Ferdinando Bruni e Elio De Capitani hanno un'eccezionale sintonia di vedute nella programmazione artistica del Teatro dell'Elfo, con Fiorenzo Grassi alla direzione del multisala in corso Buenos Aires 33, spazio che fin dagli anni Trenta ha ospitato opera, varietà, rivista e prosa ed è rimasta attivo come cinema fino alla metà degli anni Ottanta. Non è un caso che l'immagine scelta per figurare la stagione quest'anno sia un cuore pulsante realizzato ad hoc dall'artista Elisabetta Fioroni. «Noi siamo curiosi verso le nuove compagnie e produzioni. Capita anche che ci chiedano lo spazio per provare uno spettacolo, noi lo vediamo e magari gli chiediamo di portarlo anche qui». Con un pensiero del genere in partenza non ci si può certo aspettare un cartellone 2019/20 dal carattere uniforme. Quasi la metà degli spettacoli (23) sono produzioni ideate e sostenute dall'Elfo Puccini. Dal 26 ottobre al 24 novembre, anzitutto, ecco Angels in America, una produzione in due lavori di Bruni e De Capitani sulla base dell'opera di Tony Kushner, drammaturgo statunitense: lo spettacolo, che intreccia storie di vite omosessuali, temuti avvocati e l'Aids, torna in scena a Milano dopo aver calcato con successo i palchi di Londra e New York, con un nuovo cast e restando sempre molto attuale: «Milano oggi è la capitale dell'Aids», dicono i registi. Dalla Lombardia alla Sardegna, dato che Edipo Re (14 febbraio), una favola nera ma anche un cammino verso la coscienza di sé, sarà una prima nazionale che omaggerà Maria Lai, stilista di Ulassai in Sardegna, con una scenografia che richiama le sue stoffe. Prosegue la riflessione sui conflitti del '900, con spettacoli come In piedi nel caos (dal 16 gennaio) dal testo di Veronique Olmi e diretto da De Capitani: si racconta la guerra in Cecenia attraverso lo sguardo di un reduce, di sua moglie e del microcosmo di coinquilini con cui sono costretti a convivere. Attesa per la coppia Bruni-De Capitani anche per lo scontro scenico riferito a un avvenimento storico della seconda guerra mondiale, portato al cinema da Volker Schlöndorff (Diplomacy. Una notte per salvare Parigi, 2014) e da Renè Clement nel 1966 in Parigi brucia?.
L'Elfo prosegue la sua collaborazione con il drammaturgo Emanuele Aldrovandi, autore di Robert e Patti (dal 28 aprile al 17 maggio), un viaggio nel mondo della musica alternativa scritto per Ida Marinelli e Angelo Di Genio, diretti qui da Francesco Frongia in uno spettacolo molto «rock». È invece lo stesso Aldrovandi a dirigere il suo Farfalle, un duetto al femminile con Bruna Rossi e Giorgia Senesi (10-15 marzo). Passando ai monologhi e ai one man show, Luca Toracca completa il suo trittico di monologhi di Alan Bennett portando in scena Aspettando il telegramma (ripreso dal 25 febbraio al I marzo) e portando Un letto tra lenticchie (3-15 marzo). Tra gli spettacoli accolti in residenza e sostenuti dall'Elfo di giovani compagnie si conferma la rassegna Nuove storie, curata da Francesco Frongia, dedicata nel 2020 al tema «Cronache italiane» (31 marzo/11 giugno). Tornando alla Sardegna, sarà Antonio Marras ad aprire il palinsesto delle ospitalità che prende il via già a settembre con il suo spettacolo Mio cuore, io sto soffrendo (19.20 settembre), poi spazio alla danza con il festival MilanOltre (27 settembre-13 ottobre), fino a spettacoli che cercano ispirazione nella cronaca di oggi. Come Arizona di Juan C. Rubio interpretato da Laura Marinoni e Fabrizio Falco (19 novembre/1 dicembre) sull'immigrazione dal Messico agli Stati Uniti.
Per proseguire, tra gli altri, con la versione in chiave napoletana di Fronte del porto portata in scena da Alessandro Gassmann con protagonista Daniele Russo (12/17 maggio), mentre la coppia fuori dagli schemi di Ricci/Forte propone il nuovo Easy to remember (19/24 maggio), che parte e s'ispira alla lirica pura della grande poetessa russa Marina Cvetaeva.
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