Expo, sarà il governo a tappare il buco da 60 milioni di euro

È il denaro che la Provincia non ha L'«albero della vita» perde i rami

L'ultima data limite annunciata ieri dal ministro all'Agricoltura (con delega all'Expo) Maurizio Martina è il 30 novembre: per quel giorno, è la promessa, il Governo avrà individuato la «quota Provincia», i 60 milioni di euro che l'Ente locale non erogherà, vista la sua soppressione, e alla cui mancanza l'esecutivo si è impegnato a sopperire. La prossima settimana il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti siederà al tavolo Lombardia per decidere, in concreto, da dove prendere questi soldi. Il bacino da cui si attinge è il Fondo Unico Infrastrutture previsto dalla legge di stabilità del 2014, «esistono già ipotesi concrete», dichiara il ministro, che però non aggiunge dettagli.

«Adesso ci aspettiamo questi fondi, anche perché servono a lanciare le ultime gare», fa eco il commissario unico Giuseppe Sala, con il tono perentorio di chi sa che non si può più aspettare. Intanto il 12 novembre Expo incontrerà a Roma il Capo dello Stato, per parlare «di tutti i punti fondamentali», ha detto ancora Martina, che non senza una punta di fastidio ha tenuto a precisare: «Sfatiamo il mito di uno Stato inadempiente su Expo. Lo Stato ha fatto tutto ciò che doveva, poi se si chiede un pezzo in più (in riferimento proprio alla «quota Provincia») è chiaro che ci vuole un po' di tempo».

Tre giorni dopo, il 15 novembre, dovrebbe chiudersi un altro, discusso capitolo, con l'ultimo bando per l'«albero della vita»: il simbolo dell'Expo2015 di Marco Balich si farà, settimana prossima la responsabile dei contenuti di Palazzo Italia Diana Bracco s'incontrerà di nuovo con il presidente dell'Anac (Autorità nazionale anticorruzione) Raffaele Cantone, il ministro Martina, l'impresa appaltatrice e il Politecnico di Milano per discutere i dettagli, anche se ieri Bracco ha confermato quello che era nell'aria da giorni: il progetto sarà «semplificato» rispetto al disegno iniziale. A sei mesi dall'evento i tempi sono stretti, rallentati anche dal pericolo di infiltrazioni di organizzazioni mafiose. Il presidente dell'Autorità anticorruzione Cantone fa sapere che la richiesta di commissariamento della Maltauro (l'azienda appaltatrice del cantiere delle Vie d'Acqua finita sotto la lente della Procura di Milano) è già sul tavolo del Prefetto, che nel giro di pochi giorni dovrebbe esprimersi. Ma il necessario controllo di legalità non dovrebbe ripercuotersi sui tempi: l'idea è che i lavori vadano avanti.

Al di fuori della grande area Expo dove stanno sorgendo i padiglioni dei ...Paesi aderenti c'è la questione infrastrutture. Sulla quale il presidente della Regione Roberto Maroni è ottimista: «Le opere saranno concluse in tempo», ha detto soffermandosi poi su quella più avanti, la Pedemontana, completa al 95%: «sarà aperta a gennaio del 2015», annuncia Maroni.

E i suoi trasporti pubblici di Milano saranno in grado di affrontare il flusso enorme di visitatori? Anche su questo punto il Comune aveva chiesto una mano al governo: la cifra orientativa è di 50 milioni di euro, ma la decisione deve ancora passare per il Parlamento. E anche laddove dalle aule arrivasse l'ok, non è detto che poi Palazzo Marino deciderà di destinare l'intera cifra al trasporto pubblico locale.

Twitter @giulianadevivo

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