Quegli ex-voto a Casa Manzoni che raccontano 5 secoli di costume italiano

Quatto stanze della Casa del Manzoni a Milano accolgono cento tavolette nella mostra "Vestiti a festa"

Quegli ex-voto a Casa Manzoni che raccontano 5 secoli di costume italiano

Continua per tutta l’estate e l’autunno (chiude l’11 dicembre), al primo piano della storica Casa Manzoni, nel pieno centro di Milano, via Morone 1, la mostra “Vestiti a festa. V secoli di costume degli italiani in 100 ex~voto”. Cento opere scelte dalla Fondazione P.G.R – Per Grazie Ricevute, una lettura temporale, ben evidenziata della Fondazione, che ci accompagna nelle quattro sale espositive e ci fa vivere la storia del costume nei dettagli dell’abbigliamento, nei tessuti, nelle forme e nei colori degli ex-voto, dal XIV secolo fino a tutta la prima metà del Novecento. I protagonisti della grazia ricevuta erano raffigurati nel dipinto sempre nella loro veste migliore, l’abito della festa, costumi che raccontano il quotidiano e l’appartenenza a un ceto sociale.

La mostra è allestita negli stessi spazi dove per sessant’anni ha vissuto il grande scrittore Alessandro Manzoni, casa da lui acquistata nel 1813 e ammodernata nello stile neorinascimentale, soprattutto la facciata che si ispira all’architettura rinascimentale lombarda con il bellissimo portale, il balconcino e le tipiche decorazioni in cotto. Nel 1938 il palazzo è diventato proprietà del Comune di Milano con l’intenzione di farne un museo, infatti nel 1965 ha aperto alcune stanze al pubblico, quelle dove Manzoni ha vissuto e dove troviamo esposti una serie di ritratti, documenti, rare edizioni delle sue opere, unitamente alla Galleria degli Ex-voto.

Le cento tavolette in mostra raffigurano il miracolo invocato, oggetti nati dalla devozione popolare che venivano donati ai santuari come ringraziamento per una grazia ricevuta; non pretendevano di essere un’opera d’arte: alcune erano dipinte in maniera molto semplice, altre invece erano molto ricche di particolari e artisticamente complesse. Il racconto è riferito al fatto, ogni tavoletta un autentico squarcio della quotidianità nei secoli: gli ambienti, gli oggetti d’uso, gli abiti che dovevano essere quelli della festa. Sono sempre presenti il devoto, la Madonna, i santi e l’ambientazione del miracolo, in alto è lo spazio dedicato ai personaggi celesti (nell’antichità predomina la Madonna, in seguito affiancata dai Santi) e sotto l’uomo con il fatto. A testimoniare anche la presenza di sacerdoti, medici, avvocati e altre figure. In tutte le tavolette sono presenti scritte e sigle, sigle votive, date, nome del graziato e del pittore, anche piccole didascalie che insieme alle figure descrittive diventano cronaca.

La prima sala del percorso espositivo è dedicata alle figure del 1400, donne vestite con gonne a vita stretta e camicie a maniche lunghe, tessuto nero o rosso per la pellanda e il lucco, tipici indumenti maschili. Prosegue nel 1500 con modelli più rigidi e ampie scollature che mettono in evidenza le forme del corpo, mentre nel 1600 gli abiti diventano voluminosi per le donne e a tre pezzi dalle linee dritte e rigide come armature per gli uomini, ma anche pantaloni a metà polpaccio e ampie maniche e colletti di pizzo. Nella sala dedicata al 1700 le forme diventano più semplici ma i tessuti più preziosi, le donne hanno il capo coperto con copricapo, si vedono apparire i primi mantò (dal francese manteau) e il frac (indumento maschile da cerimonia). Nel 1800 gli abiti femminili hanno stoffe più leggere e trasparenti, i bambini sono sempre vestiti come gli adulti e alla marinara, bisogna attendere il Novecento perché i bambini usino abiti per il gioco e il tempo libero. Finita l’epoca napoleonica lo stile Impero viene superato da abiti che seguono l’evoluzione dell’arte e della società industrializzata. Nel 1953 è la t-shirt a maniche corte, prima bianca e poi di vari colori a dirci che siamo in piena trasformazione dei costumi.

Un

allestimento interattivo, i QR Code danno accesso a schede di approfondimento, una per ciascuna tavoletta votiva, con la possibilità di godere non solo delle immagini ma anche degli innumerevoli particolari.

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