A fianco del direttore anche David Garrett, violinista sex symbol

A distanza di un mese dal concerto pro-Expo, domani la Scala torna in piazza Duomo, questa volta nel format «Orchestra Filarmonica». La dirige Riccardo Chailly, artefice anche del primo dei concerti in piazza per Expo Days, correva il 2013. Con Stefano Bollani al pianoforte, totalizzò 50.000 presenze, numeri sostanzialmente replicati (ahimè diluviava…) anche l'anno scorso con il direttore Esa-Pekka Salonen e il pianista Lang Lang. Sabato, al fianco di Chailly ci sarà il tedesco David Garrett, violinista ruba cuori: per beltà oltre che per bravura. Artista controcorrente, apparentemente gaglioffo ma in realtà disciplinatissimo, a proprio agio con i Nirvana e Beethoven, rigorosamente proposti su violino Stradivari. Studia almeno sette ore al dì, vende 2,5 milioni di dischi, è costantemente sotto i riflettori però ammette di essere - in realtà - un orso, e di imbarazzarsi per il seguito di fan. Tornerà a Milano il 2 settembre debuttando un tour che tocca poi Firenze, Roma, Verona. Sabato propone il Concerto di Bruch, appena inciso per la Decca con la Israel Philharmonic diretta da Zubin Mehta. La Filarmonica scaligera apre con l'Ouverture Accademica di Brahms, chiude con Czardas di Monti, pagina virtuosistica per violino, e in mezzo Ouverture del Guglielmo Tel di Rossini e dei Vespri siciliani di Verdi. L'1 giugno, la Filarmonica trasloca agli Arcimboldi (ore 20) per un concerto del ciclo Discovery. Un concerto-lezione con Chailly che guida il pubblico all'ascolto della Quinta Sinfonia di Šostakovic introducendo i movimenti e fornendo esempi. Tempi intensi per la Filarmonica che riprende la produzione discografica con Chailly: dopo il successo del CD Viva Verdi, Decca ha pubblicato il DVD del concerto diretto alla Scala per le celebrazioni del bicentenario verdiano. Viva Verdi –The La Scala Concert Chailly lavora con la Filarmonica dal 1991, l'intesa si è fatta sempre più profonda. Lo ha dimostrato anche l'ultimo concerto, con Maria João Pires al pianoforte: si avvertì un clima di grande complicità, con un'orchestra trascinata.

Perché si sa: gli orchestrali italiani, a differenza dei colleghi europei, sono camaleontici, mutano completamente aspetto, ovvero prestazione, a seconda di chi c'è sul podio e dell'intesa che scaturisce. In 24 anni di collaborazione con la Filarmonica, Chailly ha diretto 70 concerti, tra cui quelli della tournée negli Stati Uniti nel 2007.

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