Gara di ballo per detenuti La Lega: «Sprecati 800 euro»

Gara di ballo per detenuti La Lega: «Sprecati 800 euro»

Ottocento euro per organizzare uno spettacolo di ballo boggie-woogie e rock and roll all'interno del carcere di Bollate. Un'iniziativa ricreativa per i detenuti, fissata per il 29 novembre, che però si sta trasformando in una bufera politica all'interno della Zona 8. Perché lo show, pagato con soldi pubblici, è stato votato dalla maggioranza del consiglio con l'eccezione della Lega Nord. Che adesso insorge: «In un momento di grave difficoltà economica è discutibile organizzare uno spettacolo aperto ai soli detenuti, e quindi precluso al resto della popolazione - tuona il rappresentante del Carroccio, Enrico Salerani -. Sono decine le associazioni della zona che da da mesi chiedono finanziamenti per organizzare le proprie attività e che si sentono rispondere no a causa della crisi economica».
Lo spettacolo sarà messo in scena dall'Associazione nazionale maestri di ballo. I ballerini si esibiranno mentre alcuni ospiti dell'istituto di reclusione formeranno la giuria che decreterà il vincitore della gara. «Non discuto sulla necessità di organizzare momenti di intrattenimento per i carcerati - prosegue Salerani -, ma per definizione le attività dei quartieri dovrebbero essere aperte a tutti i cittadini e a costo zero». E non è neanche detto che sia apprezzato dai suoi spettatori, mette in evidenza il leghista. «Sono stato diverse volte all'interno del carcere di Bollate - afferma -. L'ultima risale a tre anni fa quando, durante un incontro con i detenuti, mi è stato detto che questo genere di spettacoli non è particolarmente amato. C'è chi ritiene un po' tristi queste iniziative. La maggior parte dei detenuti preferirebbe fossero incentivate attività che aiutino il loro reinserimento nella società e la ricerca di un lavoro».
Intanto però, nonostante le polemiche, la macchina organizzativa va avanti.

«Lo spettacolo si farà - conclude Salerani -. Ma non dimentichiamo che anche questa settimana abbiamo dovuto dire no a diverse associazioni di quartiere che ci hanno chiesto aiuto. E questo perché non abbiamo soldi per far fronte alle loro necessità».

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