Hockey Milano senza sponsor: è prigioniero del ghiaccio

Il presidente dei rossoblù Cambiaghi: "L'Agorà la voce più pesante: un'ora di allenamento ci costa 250 euro"

Hockey Milano senza sponsor: è prigioniero del ghiaccio

Milano e lo sport, storie di amore ed odio all'insegna di tanti trofei vinti e poca considerazione. E lo sa bene Fabio Cambiaghi, presidente di quella Hockey Milano Rossoblù nata dalle ceneri dei vecchi Vipers. Una società storica, che ha scritto la storia di uno sport e di una città. E che oggi vive un momento di difficoltà dovuto alla poca eco mediatica.

Presidente, come sta l'Hockey Milano Rossoblù?

«Sta molto bene, sia come squadra, sia come società; abbiamo vinto l'anno scorso la coppa Italia e il campionato, dal punto di vista sportivo non c'è da lamentarsi. Proveremo a ripeterci sicuramente».

Sperando di non dover vivere una situazione come quella di due anni fa, quando vi siete autoretrocessi

«La nostra attività è legata sempre molto ai soldi. E alla fine abbiamo deciso di fare una cosa molto delicata. Purtroppo fare un campionato a Milano, tra trasferte e costo del ghiaccio, è una spesa considerevole. Che non viene di certo coperta con abbonamenti, quote giovanili, eccetera, ma con gli sponsor».

Ed è qui che manca l'appoggio?

«Esatto. Siamo una realtà piccola, non abbiamo super brand che ci aiutano. Non siamo professionisti e i ragazzi non guadagnano facendo questo sport. Alla fine di ogni stagione il bilancio dovrebbe dare zero. Per ora gli sponsor che abbiamo sono degli amici, persone vicine a noi nel quotidiano, che credono in un piccolo investimento. E tanti aiuti piccoli ci fanno stare in questa categoria che è la Serie B».

In questo quadro quale può essere l'obiettivo?

«Portare Milano in un torneo di prestigio e fare in modo che ci sia più gente a seguirla. Far tornare l'hockey nella posizione che merita in città. C'è il calcio che è un padrone assoluto, poi la pallacanestro e niente più. E pensare che noi si spende un decimo di quello che investe Armani»

Mancanza di sponsor conseguenza della mancanza di visibilità

«Certamente. Ci vorrebbero Sky, Fox, la Rai, qualcuno che investisse in palinsesto sull'hockey. Milano si distrae se non c'è visibilità».

E' anche un problema di impianti

«Oggi a Milano esiste un solo stadio del ghiaccio, che oltretutto serve anche ad altri sportivi. Penso a Cappellini-Lanotte, che si allenano da noi. Il Comune? Ci viene incontro in modo indiretto. Nel senso che Milan e Inter, non so per quale contratto, si sono impegnate a dare del denaro agli sport minori. Invece per quanto riguarda lo stadio direi che c'è stato qualche movimento ma ci vorrebbe più forza da parte del Coni e banche che prestino soldi. Anche se rimettere a posto centri sportivi dovrebbe essere un obiettivo del Comune».

Come sta l'Agorà?

«Serve una ristrutturazione perché sia accogliente per il pubblico. Serve il riscaldamento, un ristorante: gli stadi che fanno utili sono quelli che si sono ammodernati. C'era un progetto per una seconda pista in un prato vicino all'Agorà 6-7 anni fa, ma non venne mai approvato dall'amministrazione e dal quartiere».

C'è sempre l'idea di un nuovo impianto in Area Expo

«Uscire dalla città mi dispiacerebbe tantissimo, ma pensando al bilancio diventerebbe quasi una necessità. Per via dei costi».

Quanto costa un'attivita come la vostra?

«Purtroppo l'ora-ghiaccio costa più del mantenimento di una pista di atletica. L'affitto è la voce più grossa a bilancio. A meno di 250 euro all'ora a Milano non si trova nulla. Di conseguenza, spendiamo circa 150.000 euro in una stagione. E ovviamente siamo in perdita».

Ipotizzare Milano nella nuova Lega, alla stregua di questi così, è dura

«Possiamo partecipare solo se entrano dei capitali. E dovremmo parlare con tutti i media per avere più attenzione non solo verso Milano. Ma verso un movimento sportivo intero».

(5. Continua)

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica