«Io, dal sabato italiano al Blue Note»

Il cantautore stasera sul palco di via Borsieri: «Tra pop, jazz and love»

Ferruccio Gattuso

Se si segue il tempo dello swing, non ci si ferma mai. Sergio Caputo lo segue da tutta una vita e, come sa bene chi ama questo ritmo, è una gran fatica smettere di pensare a quelle tre note elegantemente martellanti sul piatto della batteria. Difatti, il musicista e cantautore romano a quell'amore non ha mai voltato le spalle, tantomeno l'orecchio. E ora, per un suo personale esordio cui tiene molto, guadagna questa sera (ore 21) il palcoscenico del Blue Note di Milano per un concerto nel quale lo swing avrà parecchio da dire. Le settimane passate da quel famoso «Sabato Italiano» negli anni '80 sono tante ma Sergio Caputo, dopo dodici album incisi, un pezzo di vita trascorsa nell'assolata California, e una lunga e autorevole serie di collaborazioni musicali (dal gigante della tromba Dizzy Gillespie a Tony Scott, da Mel Collins ex King Crimson ai nostri Enrico Rava e Roberto Gatto) non ha mai smesso di pensare in note. «Negli Stati Uniti il jazz ha tanto da dire a ogni generazione spiega Caputo Non solo: esiste tra Los Angeles e New York la stessa rivalità di scuole che c'è, ad esempio, nel rap». Il Blue Note, dunque. «Questo nome per me significa storia - spiega il cantautore Se penso a New York mi viene da dire Gillespie, che ho conosciuto proprio lì, o Frank Zappa. La dimensione è perfetta: in un club di quel tipo ti accomodi e ti godi un Pat Metheny da vicino. Un privilegio unico». Ora sul quel palcoscenico, in via Borsieri, tocca a lui in formazione trio, in un concerto che è già dato sold out: «Suonerò il mio repertorio fino all'album Pop Jazz And Love', realizzato nel 2015, al quale aggiungerò qualche standard jazz». In scaletta non saranno presenti, invece, i brani composti ed eseguiti nel recente progetto dei Swing Brothers, pensato insieme al collega Francesco Baccini. Proprio lo scorso 6 ottobre è uscito il nuovo album dei due cantautori dal titolo «Chewing Gum Blues». «Non avrebbe senso eseguire quei brani senza Francesco spiega Caputo La collaborazione con lui è nata in modo curioso: benché fossimo colleghi ed entrambi residenti a Milano, non ci eravamo mai conosciuti. Forse perché io, fuori del lavoro, non frequento l'ambiente musicale. Insomma, una notte ho sognato Francesco, la cosa mi ha a tal punto colpito che il giorno dopo lo cerco sui social e gli propongo di fare musica insieme. Complice Skype, abbiamo fatto un paio di prove, ci siamo confrontati su qualche pezzo e siamo partiti». A ritmo di swing. «Ovviamente. Ma io non mi stanco mai di ripetere che Swing, Jazz e Blues sono lo stesso mondo».

Un pensiero particolare forse andrà a Dizzy Gillespie: «Con lui ebbi un incontro speciale a Barcellona dove suonammo insieme, lui restò fino alle 4 del mattino. Alla fine, gli ho chiamato un taxi e l'ho visto sparire nella notte». Tutto molto blues.

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