«Lezioni in classe per pulire i graffiti»

«Lezioni in classe per pulire i graffiti»

Decine di palazzi imbrattati, scritte a sfondo sessuale sul recinto di un asilo, piazze e fontane deturpate. Oltre al degrado che imperversa nella vecchia stazione ferroviaria di Affori. Sono scene di ordinaria amministrazione in zona 9, merito dei writer che in città ormai la fanno da padroni. Per questo la Lega Nord ha presentato una mozione. Chiedendo che i soldi attualmente spesi per i programmi dei cosiddetti «murales educativi» siano utilizzati per ripulire i muri dei quartieri. E per chiedere, anche, che a scuola siano inserite ore extra curriculari nelle quali i ragazzi imparino in prima persona a effettuare operazioni di cleaning. In una sorta di programma di educazione civica sulla strada.

Nessuno, fra i consiglieri di maggioranza, ha votato a favore. E questo nonostante molti di loro, negli ultimi mesi, si siano apertamente schierati a favore dell'Associazione nazionale antigraffiti. «La nostra mozione è rimasta lettera morta – conferma l'esponente del Carroccio, Gabriele Abbiati -. Abbiamo pensato che in un momento storico così difficile dal punto di vista economico, nel quale le risorse in favore delle zone sono sempre più esigue, sarebbe stato giusto utilizzare i fondi per sistemare le parti più deturpate della città. Invece che usarli per finanziare i murales educativi, che sono una buona idea, ma non in tempi di crisi».

A questa richiesta se ne era aggiunta un'altra: «Abbiamo chiesto ai presidenti delle commissioni Cultura ed Ecucazione del consiglio di zona 9 di inserire un programma di cleaning a scuola: due ore per ogni ragazzo dopo le normali lezioni – prosegue Abbiati -. Un modo concreto per far capire loro cosa significhi, e quanto costi, sporcare la città. Anche in questo caso la maggioranza non ha voluto sentire ragioni». Mozione bocciata. «Sappiamo tutti che Milano versa in uno stato di degrado senza precedenti – prosegue il consigliere -. L'educazione al rispetto dovrebbe partire proprio dai più piccoli. Non significa incolpare i ragazzi, né pretendere che siano costretti a lavorare dopo la scuola, come qualcuno ha detto criticando la mozione. Si tratta semplicemente di educarli sul campo, insegnando loro qualcosa di utile».

Per il momento, però, tutto resta fermo. E anche per il 2015 il percorso formativo dovrebbe essere affidato ai murales educativi, che sono integralmente finanziati con soldi pubblici. E questo quando gran parte della città è imbrattata. «Recentemente è stata ripulita Villa Litta – conclude Abbiati -. Ma i problemi restano. Le scritte sono su migliaia di palazzi, scuole, edifici pubblici.

Sono sui muri degli asili, dove sono comparse perfino frasi a sfondo sessuale. Dal quartiere Isola fino alle periferie». Una situazione allarmante che, a pochi mesi da Expo, non è un bel biglietto da visita per la città.

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