In Lombardia un migrante su 7. "Il governo deve rimpatriare"

Tornano a salire gli arrivi, esplode il caso della Tunisia. Oggi è la prima nazionalità. La Regione incalza Roma

In Lombardia un migrante su 7. "Il governo deve rimpatriare"

Tornano a salire gli indicatori dei fenomeni migratori. Salgono nettamente rispetto allo scorso anno, salgono soprattutto in questa fine estate 2020 e salgono in modo esponenziale gli arrivi di cittadini tunisini in Italia, tanto che quella tunisina oggi rappresenta «per distacco» la prima nazionalità dichiarata al momento dello sbarco: 7.885 su 19.194 censiti ufficialmente in quest'anno. E ufficialmente sono 11.129 (su 84.557) i migranti accolti nel territorio lombardo, pari a circa il 13% del totale nazionale. Ma, come noto, c'è un sommerso che sfugge alle statistiche ufficiali, anche a queste del ministero dell'Interno aggiornate al 31 agosto. Sono i numeri degli stranieri presenti irregolarmente sul territorio. Sono 2.460 i «clandestini» provenienti della Tunisia, come riferisce l'assessore alla Sicurezza, immigrazione e polizia locale di Regione Lombardia, Riccardo De Corato, citando dati di Orim (l'Osservatorio regionale per l'integrazione e la multietnicità) e Polis (l'istituto che supporta la Regione coi suoi studi).

De Corato torna ad accendere i riflettori sul tema delle migrazioni - anche in Lombardia - e lo fa nei giorni in cui il governo è alle prese con il problema, e si muove - in modo evidentemente non convincente. L'assessore chiede un intervento del governo, chiede rimpatri. E lo fa incalzando il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che nei giorni scorsi, che circa 20 giorni fa è volato a Tunisi, insieme alla collega degli Interni Luciana Lamorgese. «Ora siamo tutti più sereni - ironizza De Corato, evocando le dichiarazioni del 4 settembre del ministro grillino - il ministro degli esteri Luigi Di Maio ha sentenziato che chi arriva dalla Tunisia sarà rimpatriato». Ma il discorso è serio, e agganciato ai numeri che emergono dal «cruscotto» ministeriale - la rilevazione periodica del Viminale. «Gli pseudo richiedenti asilo tunisini rappresentano il 40% degli arrivi di quest'anno in Italia - rimarca l'assessore - Esaminando i dati riguardanti le richieste d'asilo presentate negli ultimi anni emerge che il vero problema è la fuga dei tunisini dal loro Paese di origine. Si pensi che nel 2019 ne erano arrivati sulle nostre coste 1.326 (al 31 agosto), mentre quest'anno 7.932 (dati del 4 settembre)».

La precaria situazione economica della Tunisia, con l'aggravamento degli ultimi anni, ha determinato un aumento dei fenomeni migratori da Tunisi, anche perché il Paese politicamente è alle prese con la delicata costruzione di una democrazia ancora fragile. «Nel 2017, anno in cui la spinta migratoria ha segnato un picco di arrivi - fa notare De Corato - la commissione internazionale per i richiedenti asilo non ha esaminato nemmeno una richiesta da parte di cittadini tunisini, tanti pochi erano». Proprio la ministra Lamorgese ieri ha parlato del tema-migranti, e del caso Tunisia, intervenendo al Forum Ambrosetti di Cernobbio. «La sicurezza - ha detto - si persegue costruendo con tenacia, giorno dopo giorno, solide reti fondate sulla condivisione di obiettivi e interessi, non certo erigendo muri che non saranno mai abbastanza alti per proteggerci». «Il 17 agosto - ha aggiunto - due commissari hanno interrotto le ferie e sono venuti con noi in Tunisia. Stiamo lavorando con i commissari europei e vi assicuro che questo è un argomento di assoluta importanza».

Sta di fatto che la Tunisia è un Paese non in guerra e le partenze non appaiono «giustificate». «I dati del 2019, secondo i quali il 96% delle domande presentate da tunisini è stato respinto - secondo l'assessore - supportano la tesi che nessuno di questi fugge da guerre o persecuzioni.

Nel 2018 Milano e la sezione di Monza/Milano hanno esaminato 9.578 domande di richiesta asilo totali, respingendone 6.854, mentre nel 2019 ne sono state vagliate 12.969, delle quali 10.563 respinte». Ecco la richiesta di rimpatri.

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