L'operazione Serravalle riporta Penati in aula: «Danno da 100 milioni»

Riparte il procedimento contro l'ex presidente della Provincia Nel mirino l'acquisizione della società da parte di via Vivaio

L'operazione Serravalle riporta Penati in aula: «Danno da 100 milioni»

Uscito dalla finestra (della prescrizione) nel processo penale sull' affaire Serravalle, Filippo Penati rientra dalla porta principale del procedimento contabile. Le sezioni riunite della Corte dei Conti, infatti, hanno accolto il ricorso presentato dal procuratore regionale Antonio Caruso e dai sostituti Adriano Gribaudo, Alessandro Napoli e Luigi D'Angelo, con il quale era stato impugnato il provvedimento di sospensione del processo. L'ex presidente della Provincia e i componeneti della giunta in carica nel 2005, dunque, dovranno rispondere di danno erariale per oltre 100 milioni di euro in relazione all'acquisizione dal gruppo Gavio di un pacchetto azionario della società autostradale che secondo l'accusa sarebbe stato pagato ben oltre il suo valore effettivo, arricchendo (e non poco) il privato a svuotando le già esangui casse pubbliche.

Il giudizio era stato sospeso lo scorso aprile in attesa della definizione di paralleli procedimenti penali avviati dalla Procura di Milano e da quella di Monza. Ma «la sentenza del massimo consesso giurisdizionale contabile - fanno sapere da via Marina - ha accolto la tesi dalla Procura erariale circa l'autonomia del procedimento di responsabilità erariale rispetto ai pendenti procedimenti penali, ciò con conseguente immediata ripresa e prosecuzione del processo di responsabilità amministrativa la cui prossima udienza potrà essere celebrata a breve». Con l'azione erariale di responsabilità la Procura regionale lombarda aveva contestato, sulla base delle indagini del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza, il danno milionario legato «ad una sopravvalutazione del prezzo unitario delle azioni acquisite dalla Provincia di Milano, ben al di sopra del reale valore di mercato, nonché un danno per il deprezzamento del controvalore del pacchetto azionario detenuto dal Comune di Milano nella stessa società». Danno che è stato contestato anche agli «amministratori della società Asam Spa, società controllata dalla Provincia, di cui l'Ente locale si servì per il perfezionamento della compravendita delle citate azioni».

La Provincia retta da Filippo Penati, ai tempi dell'acquisizione monstre , sborsò 8,9 euro per azione, a fronte del prezzo strappato da Gavio, in una precedente operazione di acquisto, di 2,9 euro per azione.

Al gruppo piemontese la Provincia pagò 238 milioni di euro per il 15 per cento delle azioni, mettendo tra l'altro a garanzia del pagamento l'intero pacchetto di sua proprietà dell'autostrada. Gavio ottenne così una colossale plusvalenza da 179 milioni, e i magistrati di Monza ipotizzarono che parte di quella cifra fosse stata retrocessa a Penati e ad altri politici. Ma l'ipotesi è rimasta tale.

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