Lucio Silla, torna alla Scala l'opera del giovane Mozart

Il melodramma settecentesco sul palcoscenico del Piermarini dopo 30 anni. Debutto milanese per il direttore, il parigino Marc Minkowski

Lucio Silla, torna alla Scala l'opera del giovane Mozart

Da domani, «Lucio Silla» torna a Milano, la città per la quale venne concepito. È l'opera di un adolescente. Molto speciale però: si tratta di Wolfang Amadeus Mozart, autore di questo melodramma applaudito - pur timidamente - dai Milanesi del lontano 1772, in piena fase italo-austriaca. Ora lo ospita la Scala che riprende la produzione Made in Salzburg del 2013. Lucio Silla è un lavoro di gioventù, assente dalla Scala da trent'anni, ha momenti di pregio e qualche acerbità, i personaggi, per esempio, non conoscono grandi evoluzioni. Ma si percepisce la stoffa del genio, senza contare che arriva in una produzione che al suo debutto piacque molto segnando anche il decollo di carriera di due cantanti: Olga Peretiatko (però assente in questa versione milanese) e Marianne Crebassa nel ruolo en travestir di Cecilio.

Lucio Silla è un dramma dal lieto fine, incurante di fedeltà storiche. Il dittatore della Roma repubblicana in ultima analisi rinuncia alle grazie della ritrosa Giunia, revoca il bando a tutti i poscritti, perdona, assolve. La scenografia di Antoine Fontaine (al fianco di Sofia Coppola per Marie Antoinette) evoca solo in parte Roma, i costumi - bellissimi - spostano la vicenda in pieno Settecento. Il regista, il canadese Marshall Pynkosky, ha inserito dei momenti coreografici durante le scene corali. Fra i pilastri di questo Lucio Silla scaligero c'è il direttore, il parigino Marc Minkowski, al suo debutto alla Scala. E' un raffinato cultore di musica antica e del Classicismo. Da trent'anni conduce Les Musiciens du Louvre (presenti al Lucio Silla di Salisburgo) con i quali ha riletto tante pagine francesi, da Charpentier a Lully, Rameau. Nella buca d'orchestra milanese, ci sarà invece il complesso scaligero, sempre più chiamato alla flessibilità di repertorio, spaziando dal Verdi di Aida, in cartellone fino a marzo, al Monteverdi dell'Incoronazione di Poppea e al Classicismo del primo Mozart. Quanto al cast. L'atteso Rolando Villazon è malato, dunque giovedì Lucio Silla sarà Kresimir Spicer, mentre Giunia è Lenneke Ruiten, Inga Kalna dà voce a Lucio Cinna mentre Celia sarà Giulia Semenzato. Una giovane compagnia di cantanti. Ma stasera (ore 20), la Scala rende omaggio a un'artista che ha fatto la storia del teatro milanese, Mirella Freni, al suo ottantesimo compleanno (il 27 febbraio). Mirella Freni converserà con i giornalisti Elvio Giudici e Alberto Mattioli ripercorrendo le tappe della sua carriera, i ruoli, gli incontri. Si vedranno video di alcune delle principali interpretazioni della Freni. L'accesso al Teatro sarà consentito, fino a esaurimento dei posti, previo ritiro di un biglietto d'ingresso gratuito alla Biglietteria Centrale dalle ore 12.00 alle ore 18.00. La prima scrittura della Freni arrivava nel 1962 per il Serse di Haendel diretto da Piero Bellugi alla Piccola Scala. Quindi Falstaff come last minute in sostituzione di Renata Cossotto.

L'anno seguente von Karajan la sceglieva come Mimì nella nuova Bohème di Franco Zeffirelli, al fianco di Gianni Raimondi: edizione storica destinata a restare in scena fino a oggi. Era poi un crescendo fino alla Traviata di Zeffirelli quando la Scala tentò di riproporre il titolo dopo l'edizione che aveva visto protagonista Maria Callas.

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