Mediatori del Comune per convincere la gente ad accogliere i nomadi

I quartieri protestano contro il degrado delle "mini-bidonville". La giunta stanzia 40mila euro per progetti di sensibilizzazione

Mediatori del Comune per convincere la gente ad accogliere i nomadi

E ora viene fuori che sono i milanesi quelli da educare. Quelli che non sanno convivere con i rom e devono imparare a farlo. La giunta Pisapia stanzia 40mila euro per organizzare - si legge letteralmente nel provvedimento - «progetti volti alla sensibilizzazione dei cittadini contro la discriminazione». I corsi di educazione e mediazione saranno promossi soprattutto nelle zone in cui sorgono i sette campi autorizzati: Bonfadini, Chiesa Rossa, Idro, Impastato, Martirano, Negrotto, Novara (anche se quest'ultimo chiuderà entro la fine dell'anno).

L'investimento, almeno, prevede un impegno anche da parte delle famiglie rom «perché riflettano sulle percezioni e i messaggi che le loro azioni determinano nel vissuto delle comunità dei quartieri limitrofi e mettano in atto comportamenti che favoriscano la relazione positiva con le comunità di abitanti dei quartieri».

L'investimento dell'amministrazione comunale si affianca ai 56mila euro stanziati per i controlli nei campi da parte della polizia municipale e ai 540mila euro previsti per interventi di promozione dell'integrazione. Quasi come se la mancata integrazione dei rom fosse una questione di marketing. Ora si dà una bella ripulita ai pregiudizi, si crea una nuova immagine dei nomadi e via, tutti amici: milanesi e zingari. Lo sgombero non va più di moda, si cerca a tutti i costi di favorire un insediamento in pianta stabile. E nella delibera del piano rom si usano mille termini diversi (inclusione abitativa, sosta per i nuclei familiari che praticano il nomadismo, centri di emergenza sociale) ma significano tutti la stessa cosa: nuovi campi.

Insomma, non viene minimamente ascoltata la voce dei residenti che, esasperati, cominciano a scendere in piazza e srotolano striscioni perché non ne possono più di vedersi spuntare campi rom sotto casa, di convivere con furti in casa e con bollette della luce raddoppiate perché dalle roulotte i nomadi si allacciano abusivamente ai cavi. «Pisapia - accusa il leghista Alessandro Morelli - spende i soldi pubblici per trovare lavoro ai rom. Grazie a nome dei milanesi disoccupati, dei precari del Comune (lasciati a casa) e di quelli di Sea handling che non sanno nulla del loro futuro». Il Comune sembra ignorare il peso di manifestazioni come quella dell'altro ieri contro il campo di Dione Cassio. «Le tensioni dell'altro giorno - commenta invece Massimiliano Bastoni, consigliere comunale della Lega - sono la conseguenza di una politica irresponsabile e lontana dalle reali esigenze della cittadinanza milanese».

Ma non tutti la pensano così. L'associazione di volontari Naga «ribalta la frittata» e chiede un intervento urgente perché sia garantita sicurezza ai rom, vittime di «intimidazioni, minacce, insulti razzisti e lancio di sassi». «La situazione continua ad essere molto tesa, si ha l'idea di una spirale di violenza razzista - spiegano i membri dell'associazione -.

Alcuni rom, spaventati, hanno cominciato ad allontanarsi a piccoli gruppi. È evidente, ormai, che la discriminazione dei cittadini rom è così radicata, è talmente dentro la cultura in cui viviamo che non provoca alcuna reazione collettiva».

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