Milano, 30mila no alla guerra. La sinistra attacca Usa e Nato

Italiani e ucraini in piazza. Sala: "Daremo una mano". E anche Salvini incontra il console: "Aiuto ai profughi"

Milano, 30mila no alla guerra. La sinistra attacca Usa e Nato

La Milano della pace scende in piazza per fermare l'attacco russo in Ucraina. E intanto le città della Lombardia si colorano con il giallo-blu della bandiera di Kiev.

Si moltiplicano le iniziative di solidarietà con il popolo ucraino, sottoposto da tre giorni al martellamento ordinato da Vladimir Putin. E su questo, le differenze fra i principali partiti tendono a sfumare.

Il sindaco di sinistra, Beppe Sala, è tornato ad assicurare l'impegno totale della città: «Le immagini che arrivano dall'Ucraina scuotono le nostre coscienze - ha detto il primo cittadino - Milano farà la sua parte per dare un supporto a quanti sono in fuga dalla guerra». «Ci siamo messi immediatamente in contatto - ha aggiunto - con la Prefettura e con diverse realtà del terzo settore che da tempo sono attive in Ucraina a supporto dell'infanzia e delle persone più fragili». «Presto - ha aggiunto - daremo indicazioni a chi volesse attivarsi per dare una mano». La Caritas ambrosiana per esempio ha avviato una raccolta fondi per contribuire alla fornitura di beni di prima necessità agli organismi pastorali e umanitari delle Chiese locali e supporterà le Caritas dei paesi limitrofi impegnate negli aiuti.

Passando al centrodestra, anche il leader della Lega Matteo Salvini si è schierato contro l'intervento bellico dell'esercito russo, esponendosi sul fronte degli aiuti a Kiev. Ieri mattina Salvini ha fatto visita al console dell'Ucraina a Milano ed è stata l'occasione - hanno spiegato dalla Lega - per «ribadire i sentimenti di vicinanza e affettuosa solidarietà al popolo ucraino, auspicando la cessazione immediata delle ostilità aperte da Mosca affinché alle armi si sostituisca al più presto la diplomazia». Salvini, come riferiscono fonti di partito, ha sottolineato la «ferma volontà di accogliere, curare e proteggere i profughi, a partire da bimbi e donne in fuga, e ha ricordato la posizione della Lega che da sempre è fermamente contraria alle bombe come strumento per dirimere i conflitti».

La comunità ucraina in Italia è molto numerosa e integrata. In Lombardia si contano circa 50mila persone. Per loro sono ore di grande preoccupazione per le sorti del loro Paese e dei lori cari rimasti a casa. E molti di questi ucraini sono scesi in piazza, ieri, unendosi alla manifestazione promossa, come in altre città, dalle sigle della sinistra e dai pacifisti, che però tendono - come sempre - ad addebitare agli Usa le responsabilità di ogni crisi. Alla fine al corteo partito da largo Cairoli, e arrivato in Duomo, erano oltre 30mila con i colori dell'Ucraina, con qualche tricolore e con molte bandiere arcobaleno. E durante il percorso, in effetti, una parte dei manifestanti ha intonato diversi cori quali «Fuori l'Italia dalla guerra». «Fuori l'Italia dalla Nato».

Intanto i

monumenti di alcune delle principali città lombarde si sono colorate di giallo-blu. Dopo la Scala e il Pirellone, il municipio di Sesto San Giovanni, il broletto di Lodi, il palazzo della Loggia a Brescia e la reggia di Monza.

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