Solo 5 rifugiati accolti in 2 anni: l'appello di Sala ai milanesi fa flop

Silvia Sardone, consigliere comunale di Fi, svela i deludenti risultati del progetto di accoglienza in famiglia dei rifugiati del Comune di Milano: collocati solo 5 profughi in 2 anni

Solo 5 rifugiati accolti in 2 anni: l'appello di Sala ai milanesi fa flop

"Un rifugiato in famiglia", o meglio 5 rifugiati in 2 anni. Questo è il risultato del bando presentato dal Comune di Milano nel dicembre 2015.

Il progetto di accoglienza voluto dall'assessore al welfare Pierfrancesco Majorino, prevedeva un rimborso di 400 euro al mese per le famiglie milanesi disposte ad ospitare per 6 mesi (eventualmente prorogabili) un titolare della protezione internazionale, favorendone il percorso di integrazione. Si trattava di una iniziativa nell'ambito dello Sprar, il sistema di protezione per i richiedenti asilo e i rifugiati in collaborazione con il ministero dell'Interno, che ha messo a disposizione fondi statali.

Ma, a due anni dalla presentazione del progetto, non sembrano esserci stati i risultati sperati. "Ho ricevuto oggi la risposta alla mia interrogazione in merito aI risultati e costi del progetto 'Un rifugiato in famiglia' - ha annunciato Silvia Sardone, consigliere comunale di Forza Italia - Il risultato di questa campagna ultra propagandata è stato un clamoroso flop: in due anni sono stati inseriti in famiglia solo 5 migranti".

"Giusto per capirci - ha continuato la consigliera Fi - da fine 2015, in seguito a una martellante campagna pubblicitaria (di quella sì mi piacerebbe conoscere i costi) solo 56 famiglie milanesi hanno manifestato interesse a ospitare un immigrato. Di queste solo 46 sono state ammesse al programma, ma 8 hanno ritirato la disponibilità prima dei colloqui preliminari. Sono quindi stati selezionati ben 14 (!!!) rifugiati ed effettuate 12 visite domiciliare presso le famiglie disposte ad ospitarli immediatamente e conseguentemente affidati loro 5 ospiti".

Nemmeno per il futuro immediato sembrano esserci grandi speranze di un rilancio del progetto. "Da gennaio 2017 - spiega Sardone - solo altre quattro famiglie delle 56 iniziali hanno confermato la loro disponibilità. Se tutto andrà bene, visti i precedenti, almeno a una di queste sarà affidata una persona".

"Diciamola tutta, si è trattato del solito “spottone” pro emigranti, con cui si voleva dimostrare che tutti i milanesi sono disposti ad accoglierli a braccia aperte, il cui unico risultato è stato dimostrare l’esatto contrario - ha commentato la consigliera azzurra - Un disastro senza precedenti che la dice lunga sia sull'incapacità di gestire l'accoglienza sia sui risultati penosi della visione ideologica sui migranti tanto cara a sinistra.

Che dire: avercene d’iniziative come queste, il problema dell’integrazione sarebbe risolto da tempo - conclude sarcastica Sardone - Non c’è niente da fare, l’assessore al welfare è uno che s’impegna, purtroppo: sono i risultati che mancano".

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