Urla "Allah akbar" e aggredisce i poliziotti in carcere

Durante la detenzione ben tre gravi episodi di aggressione contro gli agenti di polizia penitenziaria: in uno di questi ben 11 guardie rimasero ferite. “Italiani di m…, vi ammazzo tutti. Allah akbar”, avrebbe gridato il 24enne

Urla "Allah akbar" e aggredisce i poliziotti in carcere

Detenuto in carcere per almeno 8 rapine compiute a Milano, ora ha dato ampia prova del suo rapido processo di radicalizzazione e per questo motivo, al termine della pena, sarà colpito da un provvedimento di sorveglianza speciale.

Si tratta di Bellal Badr, 24enne nato a Milano da una tunisina ed un egiziano, che dietro le sbarre sta scontando i 3 anni di detenzione assegnatigli.

I primi crimini li commise quando ancora era minorenne. Nel 2013, ad esempio, pestò una ragazza per impossessarsi del suo cellulare, poi, tra febbraio e marzo 2016 altre 7 rapine commesse sempre nel capoluogo lombardo ai danni di profumerie e farmacie. Durante questi ultimi episodi fu aiutato da un complice, tuttora sconosciuto alle forze dell’ordine. Insieme ad esso, armato di spranga e coltello, miacciava titolari e dipendenti per farsi consegnare merce e denaro.

Arrestato durante l’ultima rapina tentata, Badr fu condannato a 3 anni di reclusione, che si concluderanno nel settembre del 2019.

A preoccupare chiunque sia entrato in contatto col 24enne l’evidente processo di autoradicalizzazione sviluppato proprio in carcere. Tre in particolar modo gli episodi di maggior violenza, i primi dei quali avvenuti nel corso del 2017.

A settembre, trattenutosi oltremodo in cortile durante l’ora d’aria, aggredì brutalmente la guardia che lo aveva redarguito: prima un pugno, poi il ferimento al volto dell’agente con una lametta che nascondeva addosso. Il giorno successivo un altro caso allarmante lo vide nuovamente protagonista. Mentre i poliziotti recavano soccorso ad un detenuto rimasto ferito, Badr li raggiunse pretendendo da loro l'immediata installazione di un apparecchio televisivo nella sua cella. Dinanzi al loro rifiuto li aggredì dando fuoco ad alcuni stracci e poi inveì urlando queste parole, riportate da “Il corriere della sera”. “Italiani di m... questa è la considerazione che avete di noi. Vi ammazzo tutti, sono nato martire e morirò martire. Allah Akbar.

Infine lo scorso anno, con l’aiuto di 3 compagni di cella a San Vittore (Milano), tramite degli accendini e delle bombolette di deodorante spray, attaccò e provocò ustioni a ben 11 agenti di polizia penitenziaria.

A settembre 2019 scatteranno quindi le misure preventive nei suoi confronti, come determinato dai giudici Pontani,

Tallarida e Roia. Nelle motivazioni si legge che la misura verrà adottata per una pericolosità generale per la sicurezza pubblica, mentre non è stata riconosciuta l’aggravante della finalità terroristica.

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