Le note di Avital per l'Opera S. Francesco

Arriva il mandolinista israeliano che insegna musica nel deserto

È stato il primo mandolinista a ricevere una nomination ai Classical Grammy Awards. Si chiama Avi Avital, domani al Dal Verme (ore 20.30) per il Concerto di Natale a favore di Opera San Francesco, messo in campo dalle Serate Musicali. Con lui, l'Orchestra Barocca di Venezia, in un programma che associa la Serenissima di Vivaldi alla Napoli di Paisiello. Avital è uomo del deserto, nato e cresciuto - anche musicalmente - a Beer Sheva, un centro a un'ora abbondante d'auto da Tel Aviv, una bottega strepitosa di musicisti. Da lì provengono Omer Meir Wellber, in questi giorni a Verona per l'inaugurazione di stagione, direttore ospite stabile della Israeli Opera, della Semperoper di Dresda, della Fenice di Venezia e della Raanana Symphonette. Proprio il padre di Wellber, brillante sindacalista degli anni Sessanta-Settanta, lasciava Gerusalemme per Beer Sheva su espressa richiesta di David Ben Gurion, fondatore di Israele. La missione era quella di dare dinamismo a una città in una fase di grande afflusso di immigrati ebrei dai Paesi Arabi. Iniziava col creare una scuola. Lo stesso Avi Avital è nato, 37 anni fa, da genitori ebrei marocchini, migrati a Beer Sheva negli anni Sessanta. Ora vive a Berlino ma ha studiato anche a Padova, allievo di Ugo Orlandi. Si è fatto le ossa proprio a Beer Sheva, dove è cresciuto un altro mandolinista di lungo corso, Jacob Reuven con Wellber artefice di un programma di alfabetizzazione musicale (Sarab) a Rahat, l'insediamento beduino più esteso al mondo, a un passo da Gaza, nel deserto del Neghev, 70 mila abitanti e una fitta rete di moschee.

Rahat è il fanalino di coda dell'economia di Israele, il tasso di scolarizzazione è fra i più bassi del Paese, le tensioni all'ordine del giorno. Ora, con Sarab, si lancia un progetto inteso come forza trascinante e di riscatto in un territorio in perenne allarme.

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