Oscar Wilde visto da Geppy Gleijeses «È ancora importante chiamarsi Ernesto»

Oscar Wilde visto da Geppy Gleijeses «È ancora importante chiamarsi Ernesto»

«Tutti quanti quando, molti anni fa, manifestai l'intenzione di mettere in scena L'importanza di chiamarsi Ernesto storsero la bocca con aria di disapprovazione. Tra l'altro consigliandomi, se davvero volevo rappresentare il capolavoro drammatico di Oscar Wilde, a trarre uno spettacolo dai deliziosi aforismi partoriti dalla fertile mente di quella vittima del vittorianesimo imperante».

Così si esprime Geppy Gleijeses, il vulcanico attore-regista, protagonista dell'incantevole scherzo con brio che fino a mercoledì sarà di nuovo visibile sul palcoscenico del Parenti. Una volta ancora Gleijeses ha fatto centro dimostrando che questa farsa scritta in punta di penna sia in realtà più ispida e scontrosa di ciò che pare in apparenza. Con quel perfetto salotto vittoriano dimora dello sconcertante personaggio di Algernon che Geppy, emulando in filigrana lo spirito del principe dell'estetismo oltre Manica ha affidato non a un effeminato attor comico estensore di un accento tonico deliziosamente blasè ma addirittura a un'attrice. Ossia a sua moglie Marianella Bargilli che, dopo aver ironicamente rinunciato ai suoi bellissimi capelli biondi a favore di un parrucchino di riccioli ribelli, fa il verso a quei damerini di gran voga nel XVIII secolo sia sui palchi del West End sia sulle scene della Serenissima.

Testimoniando con questa spiritosa innovazione che in Oscar Wilde ogni battuta, ogni situazione, ogni personaggio che vive in poco più di due ore davanti al signor pubblico in platea è «foderato di ogni cinismo possibile persino nelle scene madri» anche se pochi teatranti paiono non rendersene conto». Dal momento che la battuta deve esser presa sia in senso letterale che con assoluto beneficio di inventario. Prima di tutto quando insorge l'obbligo di dichiarare la propria vera età a chiunque calchi i tappeti pregiati.

Per quanto riguarda Lady Bracknell, autentico arbiter elegantiarum , ci si affida al talento di una dotatissima Lucia Poli. Che affila le unghie con livore ogni volta che l'intrigo minacci di farla vacillare di fronte alla spavalda sicumera di Geppy Gleijeses, un po' Fregoli e un po' Eduardo.

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