Parodie sull'Europa, ecco il teatro d'autore

Immigrazione e crisi della famiglia nei dieci spettacoli della rassegna di Outis

Antonio Bozzo

Visto che l'Europa tutta è un rebus abbastanza indecifrabile, tra forze centrifughe e disgregazioni varie, forse il teatro ci aiuta a capirne qualcosa. Le tensioni del Vecchio Continente sono infatti al centro di Tramedautore, dal 15 al 25 settembre al Piccolo. La XVI edizione del Festival internazionale del teatro d'autore - curato dalla benemerita associazione Outis, con la direzione artistica di Angela Lucrezia Calicchio e Tatiana Olear - ospita dieci spettacoli che sono dieci punti di vista sui temi più caldi, dalle migrazioni fino ai rapporti familiari deteriorati, anche causa crisi. All'opera, con l'arte antica e sempre modernissima del teatro, i più stimolanti autori europei: dal norvegese Jon Fosse (produzione del Det Norske Teatret e del Festival Quartieri dell'arte di Viterbo) al suo conterraneo Jon Jesper Halle (riletto dal siciliano Joele Anastasi), al nostro Gian Maria Cervo (con un lavoro da Andrea Camilleri), al macedone Dejan Dukovski, al tedesco Philipp Lohle, che ci farà scoprire una Germania meno felice di quanto si pensi. Poi Luca Ricci e Andrea Cosentino, con un per niente sacro pellegrinaggio a Lourdes; VicoQuartoMazzini con Little Europa; Fabrizio Sinisi con un lavoro incentrato su un killer di poeti; Mariano Dammacco sulla perdita del lavoro; Nicolo Sordo, vincitore del progetto «Network drammaturgia nuova».

C'è tanta trippa per gatti, per usare una battuta. Si comincia il 15 (spettacolo in replica il 16) con una prima mondiale: «Det er Ales», dal romanzo di Jon Fosse. La regia è di Gianluca Iumiento, produzione del Det Norske Teatret di Oslo, con il festival Quartieri dell'arte. Messinscena per palati esigenti, con Maria Sand, Daniela Giordano e lo stesso Iumento. Il testo è un viaggio introspettivo, tra dolori e speranze. Sotto la lente, la vita di una donna, Signe, paradigma di tante esistenze in bilico. Seguire lo spettacolo, sarà un modo per conoscere meglio il norvegese Fosse, maestro di laconicità e turbamenti. Sabato 17, invece, sarà divertente scoprire l'umor nero balcanico (non ci sono solo gli inglesi...) con il lavoro, molto atteso, del macedone Dejan Dukovski dal titolo irriverente, come quelli che ci si aspetterebbe dai libri di Aldo Busi o Paolo Villaggio. Eccolo: "Chi cazzo ha iniziato tutto questo (Instabile Immobilità)", dove si mettono in scena le conseguenze della guerra nei Balcani, mostruoso e recente conflitto che si tende a dimenticare.

I luoghi del festival, che prevede anche conferenze e incontri con drammaturghi (come il tedesco Philipp Löhle, a ingresso libero) sono il Piccolo Teatro Grassi e il Chiostro Nina Vinchi, in via Rovello.

(Info: www.piccoloteatro.org)

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