Party night per il premio Maretti

Mentre il premier francese Sarkò nello spint finare mostra i muscoli e si fa sempre più rigido nelle riforme per la corsa all'Eliseo, il figlio Pierre, in arte Dj Mosey, approda a Milano e fa sentire attraverso una vera performace la sua musica richiesta in tutto il mondo fatta di pura percezione e tecnica sopraffina

Party night per il premio Maretti

Mentre il premier francese Sarkò nello spint finare mostra i muscoli e si fa sempre più rigido nelle riforme per la corsa all'Eliseo, il figlio Pierre, in arte Dj Mosey, approda a Milano e fa sentire attraverso una vera performace la sua musica richiesta in tutto il mondo fatta di pura percezione e tecnica sopraffina.

L'occasione è il Premio Maretti(Valerio Riva Memorial), studiato dall'omonima Fondazione che è stata lieta di annunciare lo straordinario, nochè esclusivo evento all'Oratorio della Passione annesso alla Basilica di Sant'Ambrogio, dove si sono esibiti Pierre Sarkosy che ha suonato un'opera d'arte contemporanea in uno spazio cinquecentesco e sacro, ricco di antichi affreschi. Cinque grandi altoparlanti a forma di bare nere stavano sotto la grande consolle che fungeva si può dire da altare, dove il dj Mosey, Pierre per l'appunto, ha dato il meglio di se stesso. Con lui l'artista Giuseppe Stampone con la sua opera Play; un singolare evento che vuole annunciare e festeggiare la nuova stagione del Premio Maretti, arrivato alla sua sesta edizione, che avrà luogo il prossimo anno a marzo nelle sale espositive del Pan di Napoli. Il Premio Maretti-Riva è dedicato agli artisti italiani o residenti in Italia da almeno cinque anni, over 35. L'artista vincitore del Premio, Stampone, insieme al curatore, Raffaele Gavarro, con l'opportunità di pubblicare un volume monografico. Il Premio è accompagnato dall'omaggio di un artista italiano il cui lavoro merita di attirare l'attenzione del grande pubblico. Per il 2011 l'omaggio è andaato a mIchele Zaza e per il 2013 sarà dedicato a Gino Marotta. "Play" è l'opera vincitrice di questa edizione ed è lo strumento sul quale Pier Sarkosy, astro nascente della scena internazionale musicale da il meglio della sua cultura musicale. Le cinque bare musicali dalle quali si diffondevano le note dell'Inno d'Italia al Museo Pecci, hanno diffuso musica pop ed elettronica mixata da Mosey in una contaminazione assoluta tra i diversi piani della cultura attuale e le differenti modalità espressive. La Fondazione Riva con la Regione Lombardia, Unigrafica, lo Studio Morino Teso ed altri, con questo premio e questa performace originale, intende sottoliare il suo impegno nell'arte moderna e contemporanea italiana, dando un esplicito segnale di continuità ad un preciso percorso editoriale ed espositivo, che lo sta portandoa da essere un importante punto di riferimento di numerose figure artistiche sul paino anche internazionale.

Alla serata sono stati presenti i membri delle due giurie: Elena Forin, Claudio Libero Pisano, Adriana Rispoli, Antonello Tolve, Giacomo Zaza, Laura Cherubini, Adriana Polveroni, Eugenio Viola e il presidente, nonchè curatore del Premio, Raffaele Gavarro.

Matorniamo ache è un'opera che ha viaggiato e che spostandosi ha cambiato forma, almeno in quella parte che non si può definire sostanziale. E' partita da Liverpool dove, le bare, dopo opportuna immissione di denaro, risuonavano di quell'Inno americano che persino il grande Hendrix non potè fare a meno di suonare a suo tempo, sulla sua strato da mancino per approdare poi nel Paese dei i "Mameli sound" dove si è diffuso fiero nelle sale del Museo Pecci di Prato.ha lo scopo di ricordarci che la nostra storia, il nostro tempo, sono limitati e che solo la memoria permetterà di superare i limiti di questa condizione.

Ascolatre musica in contesti che non sono proprio della musica stessa significa compiere un'operazione anche artistica e avere nuovi fruitori; se poi a creare un'opera d'arte che aiuta a ricontestualizzare musica e ambiente, allora con le mani di due artisti si può dire di avere messo in gioco una pratica postproduttiva, una sorta di iterazione seriale per niente banale, se mai innovativa. La musica deve essere universale ed entrare ovunque, nelle chiese, nelle case nelle scuole, nei luoghi di lavoro e non solo abitare nelle discoteche. L'empatia che crea la musica non ha uguali.

Le cinque bare tecniche disegnate dall'artista e il piano di lavoro di un grande dj in un antico oratorio che ha basi del XI secolo, con affreschi Rinascimentali sono già di per se innovazione carica di emozione, musica, vita, sentimento, gioia di vivere.

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