Il passo indietro del Comune: no cittadinanza a Dalai Lama

Il Consiglio comunale ha dovuto sospendere la delibera, dopo l'insistenza della Cina e della Farnesina, preoccupata per l'Expo

Il passo indietro del Comune: no cittadinanza a Dalai Lama

Il consiglio comunale di Milano cede alle richieste della Farnesina e della Cina e sospende la delibera con la quale concedeva la cittadinanza onoraria al Dalai Lama. La principale autorità religiosa del mondo buddhista non avrà dunque le chiavi della città.

Il Comune è stato costretto a fare dietrofont sulla proposta, dopo che che la Farnesina aveva insistito per un passo indietro. I timori di Roma si concentravano soprattutto su un possibile no cinese all'Expo 2015, che sarebbe potuto arrivare come risposta al conferimento dell'onoreficenza a Sua Santità Tenzin Gyatso. Dalla Cina è atteso per l'Expo un milione di persone, su circa 24 milioni di visitatori preventivati. Anche la Cina avrebbe chiesto a più ripresa la sospensione della decisione.

Niente cittadinanza, ma per il Dalai Lama la possibilità di parlare durante una seduta del Consiglio e rivolgersi quindi all'intera città. Davanti alla possibilità di una defezione di massa dei visitatori del gigante asiatico non è stato però sufficiente che la delibera avesse in calce le firme dei rappresentanti di tutte le forze politiche dell'aula.

Nella tarda serata di ieri il sindaco di Milano Giuliano Pisapia aveva convocato un incontro d'urgenza con i capigruppo della maggioranza, per arrivare a una decisione condivisa sul caso diplomatico.

E oggi il sindaco ha comunicato ai consiglieri comunali il rinvio del voto - su proposta del presidente del Consiglio Basilio Rizzo - per lavorare a una soluzione alternativa. Pisapia ha comunque confermato, come aveva già fatto presente al console cinese, la sua intenzione di incontrare il Dalai Lama e invitarlo a Palazzo Marino.

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