Poldi Pezzoli, omaggio alla Cina

Segui il «Drago» e solo così potrai scoprire gli oggetti provenienti dalla lontana Cina, un itinerario tra le opere d'arte cinesi della collezione di Gian Giacomo Poldi Pezzoli, illustre collezionista e mecenate milanese, esposte in occasione dell'apertura del nuovo anno della potenza asiatica che ha per simbolo, per l'appunto, il drago color rosso (energia, potenza, e buona fortuna), anche se quest'anno sarà per tutti i cinesi l'anno del «Serpente» (nella foto la festa del Capodanno), secondo il loro calendario che subito segue il Drago, segno di saggezza. Vasi, statue, gru, genietti e un curioso cane di bronzo, sono solo alcune delle opere preziose che si alternano nelle sale della prima casa-museo italiana di via Manzoni 14, diretta da Annalisa Zanni. Si inizia con l'inoltrarsi al piano terra dove tra opere neogotiche e rinascimentali si potranno scoprire le statuine che rappresentano i due fratelli gemelli, geni dell'unione e dell'armonia. Questi personaggi elegantemente vestiti si chiamano «Hé e Hé» e rappresentano le divinità protettrici dei mercanti, in particolare i vasai, simbolo di riconciliazione e di buoni affari. Sono della Dinastia Quing, 1736-1795. Gli oggetti di porcellana sono una delle tante invenzioni cinesi prodotte con argilla purissima già a partire dal VI secolo d.C.; la porcellana dura, la vera porcellana, è bianca, traslucida, semitrasparente, non porosa, sonora e resistente al calore. La sua formula in Europa rimase un segreto fino all'inizio del 1700.
Tra i tanti oggetti di valore, anche due gru raffigurate su una roccia nella tipica posizione di questi uccelli con una zampa sollevata; la posizione di questi trampolieri è realistica, il becco, gli occhi, la testa e le piume sono smaltate in nero. La gru è una delle immagini più diffuse nelle decorazioni cinesi. È sempre stata il simbolo di lunga vita e la mitologia spesso l'associa alle divinità che la utilizzavano per cavalcare. Continuando il percorso troviamo tra le porcellane cinesi due oggetti curiosi: una fontana da parete e una lampada a olio. Sulla fontana è dipinta una scena da combattimento con quattro personaggi tra le nuvole. Il rubinetto di bronzo esce dalla bocca di una maschera leonina. (Dinastia Quing 1662-1722). La lampada fu, invece, creata nel 1874 da Giuseppe Speluzzi, aggiungendo alla base originale di un secolo, un vaso cinese con le decorazioni raffiguranti due draghi con la faccia spalancata, una lampada che Poldi Pezzoli teneva in camera da letto. Un dispositivo permetteva l'erogazione dell'olio e quindi il variare dell'intensità della luce.

Sono sorprendenti anche due statue di porcellana raffiguranti Guarnyin, dea della compassione, in origine una divinità maschile indiana, un bodhisattva, un essere illuminato che grazie alle sue opere era destinato a diventare un Biddha. Per i bambini fino a dieci anni l'ingresso è gratuito. La mostra rimarrà aperta per un mese. Gli aperitivi con visite guidate termineranno il 20 febbraio (dalle 18,30 alle 20).

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