Il premio Oscar Tan Dun dirige la Filarmonica

Domani sera alle 20, la Filarmonica della Scala torna agli Arcimboldi per un appuntamento Discovery. Il compositore cinese Tan Dun racconta e dirige suoi due lavori: «Four Secret Roads of Marco Polo» per dodici violoncelli e orchestra e The Map. Tan Dun, vincitore del Grammy e dell'Oscar per la colonna sonora de «La tigre e il dragone», arrivò sul podio della Filarmonica nel 2008 narrandoci le vicende travagliate della sua vita artistica. Tutto prendeva le mosse da uno sgangherato violino, aveva tre corde su quattro. Era l'epoca della Rivoluzione Culturale di Mao Zedong, «quindi non si poteva assolutamente suonare musica occidentale», spiegò mimando una lama che fende la gola. «Iniziai a inventare dei suoni con quanto avevo a disposizione: così è nata la mia prima musica d'avanguardia», ironizzò l'artista, classe 1957. Una vita, la sua, subito segnata da esperienze che hanno dell'incredibile. Come Mao, cresceva nell'Hunan, Provincia che ora sostiene il concerto milanese assieme a UniCredit. Per queste sue passioni per l'Occidente, finì in una piantagione di riso, quindi veniva assoldato da una troupe itinerante dell'Opera di Pechino a corto di artisti: morti per annegamento. Trentenne, grazie a una borsa di studio, si trasferiva a New York. Ora compone e dirige pagine che si ispirano alla tradizione musicale del suo popolo, fonte di ispirazione privilegiata. Il concerto agli Arcimboldi, con la partecipazione del violoncellista Anssi Karttunen, è un viaggio tra Occidente e Oriente. The Map è una sorta di mappatura del folklore dell'Hunan, un flusso di suoni che Tan Dun fonde con le immagini realizzate da Davey Frankel sulle culture cinesi Tuja, Miao e Dong. Nel frattempo prosegue alla Scala la carrellata dei grandi cantanti. Dopo il successo clamoroso di Jonas Kaufmann, 40 minuti di bis e applausi supplementari, e quello del tenore Juan Diego Florez, torna il baritono Leo Nucci. Florez, ieri, è stato il protagonista di un recital che è un po' preparatorio all'attesissima produzione di Otello di Rossini con Gregory Kunde nel ruolo del titolo, Olga Peretyatko nei panni di Desdemona e Florez come Rodrigo, un'opera che non era in scena alla Scala dal 1870. «Quando canta Flórez sto a bocca aperta» ci disse un giorno Leo Nucci che domani (ore 20) sarà alla Scala per un recital. Tornerà dal 27 luglio nel ruolo del titolo del Barbiere di Siviglia dell'Accademia, mentre per la prossima stagione sarà nel cast di Rigoletto e Simon Boccanegra.

Nucci propone un raffinato programma di arie da camera e d'opera di Bellini, Rossini e Donizetti. Quattro decenni di carriera, il baritono ha disegnato personaggi memorabili: su tutti Figaro, Rigoletto ma anche Nabucco.

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