Preziosi, il Cyrano più bello non ha dimenticato Milano

Alla fine attori trasformati in manichini di De Chirico

Preziosi, il Cyrano più bello non ha dimenticato Milano

Primo: niente naso esagerato, perché il disagio di vivere di Cyrano de Bergerac va ben oltre l'apparenza di un luogo comune. «E imprigionarlo dentro il clichè di un dettaglio estetico non è certo quello che un grande autore come Edmond Rostand voleva per il suo Cyrano. Per questo ho preferito portarlo in scena nella sua normalità, perché gli spettatori guardino il personaggio dietro la maschera, nel profondo. E si rendano conto che il vero naso di Cyrano è nella sua mente e che il sentirsi inadeguati va ben oltre la bellezza intesa come unico modo di affermarsi nella vita».
Una sfida appassionante per Alessandro Preziosi, protagonista, regista e coproduttore di Cyrano de Bergerac, una delle commedie più celebri di tutti i tempi in cartellone al Teatro Nuovo da martedì al 18 marzo (info allo 02.794026 oppure sul sito www.teatronuovo.it). «Ho cercato di portarlo in scena trovando un equilibrio tra ironia e sentimento, tra grottesco e senso del tragico, tra delicatezza poetica e bellezza, tra sogno e riflessione», spiega l'attore, che dopo aver impersonato Cristiano undici anni fa nel Cyrano de Bergerac diretto da Corrado D'Elia, questa volta volta interpreta il mitico spadaccino. «Ogni sera quando entro in palcoscenico e risuonano le prime note della musica per me vuol dire ricominciare daccapo. Significa interpretare Cyrano per la prima volta, cercando di dare spazio a tutte le sfumature di un personaggio che rimane nella nostra mente e nel nostro cuore un po' come un amo da pesca nella carne».
Alessandro Preziosi, nonostante la grande immedesimazione, di Cyrano non è ancora riuscito ad assimilare una dote preziosa: «Mi piacerebbe saper nascondere i miei sentimenti con la sua stessa abilità dialettica. Vorrei dire quello che penso senza che gli altri possano smascherarmi e invece purtroppo non ci riesco mai», spiega l'attore, da pochi mesi direttore artistico del Teatro Stabile d'Abruzzo.
Che a parte l'inconsueta bellezza dovuta ad un nasone mancante interpreta e dirige un Cyrano fedelissimo al testo originale, andato in scena per la prima volta a Parigi il 28 dicembre 1897: lo scontroso cadetto di Guascogna, abile spadaccino anche con le parole che fa danzare in giochi linguistici e in motti taglienti, non ha coraggio di dichiarare il suo amore a Rossana (Valentina Cenni) e, anzi, aiuterà Cristiano (il danese Benjamin Stender), il «rivale» impacciato, a conquistarla, lo proteggerà, inutilmente, durante la guerra che combattono fianco a fianco, e troverà la forza di confessare i suoi sentimenti a Rossana quando ormai sarà troppo tardi. «La scenografia contribuirà a raccontare questi cinque atti come una metafora, della vita e della scena: si parte da un omaggio ad un teatro maestoso, simile ad un quadro del Seicento, dove gli abiti sono pomposi e la scena posticcia, per passare ad un teatro distrutto, ridotto ad uno scheletro, con drappeggi impolverati e un'atmosfera simile a La zattera della Medusa, il dipinto ottocentesco di Géricault», racconta Alessandro Preziosi che si è avvalso della collaborazione artistica di Nicolaj Karpov, grande direttore russo di movimento scenico. «Tutto finirà con un ultimo atto, decisamente astratto, con attori trasformati in burattini, come nei quadri di De Chirico».


Ma il Cyrano portato in scena a Milano sarà anche un ritorno alle origini per Preziosi: «Questa città è stata la mia scuola di vita e di cultura, dei luoghi sacri come la Scala e il Duomo, dei tram presi di notte dopo quattordici ore all'Accademia dei Filodrammatici, dei miei primi lavori come cameriere. Proprio qui a Milano ho vissuto le emozioni che mi hanno formato per sempre”.

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