"Sala vieta Area B ma tiene nelle case Mm caldaie di 40 anni fa"

Salvini coi sindaci leghisti chiede lo stop della misura decisa dalla giunta di MIlano. La replica piccata: "Non piace? Tiro dritto"

"Sala vieta Area B ma tiene nelle case Mm caldaie di 40 anni fa"

Via Mecenate, angolo viale Ungheria. Il leader della Lega Matteo Salvini ha scelto di chiudere la campagna elettorale a Milano sotto le telecamere di Area B che «aspettano» i pendolari in uscita dalla tangenziale. «Ci sono 1,2 milioni di lavoratori solo in Lombardia che dal primo ottobre rischiano di rimanere a piedi per colpa dell'insensata scelta del sindaco Beppe Sala che ha deciso di vietare anche gli Euro 4 e Euro 5, parliamo di macchine e furgoni immatricolati nel 2015, la gente sta ancora pagando le rate. Così si massacrano lavoratori che in tempi di Covid, guerra, caro bollette non hanno 30-40mila euro per cambiare l'auto. Non possono essere penalizzati, oltretutto in un Comune che negli edifici pubblici ha mezzi Atm che inquinano più di un Euro 5 e caldaie vecchie di 40 anni».

É il caso delle case popolari gestite da Mm in via Rizzoli, la leghista Silvia Sardone dopo un sopralluogo riferisce che «ci sono caldaie centrali che non vengono sostituite da 40 anni. L'inquinamento che producono è intuibile. E i caloriferi negli alloggi non hanno valvole per limitare la temperatura, obbligatorie per legge. Col caro bolletta i residenti temono che il costo del riscaldamento supererà quello dell'affitto. La giunta green cambi le caldaie invece di bloccare le auto». Salvini chiede a Sala di «rinviare i divieti al 2023, così non si aiuta l'ambiente e si massacrano i lavoratori che non hanno i quattrini per comprare la Tesla o l'ultimo modello».

Accanto a lui con la fascia tricolore ci sono l'assessore di Rozzano Ermanno Valli e il sindaco di Sesto San Giovanni Roberto Di Stefano. «Questa scelta - incalza Salvini - non penalizzerà solo i milanesi ma chiunque arrivi da fuori, i pendolari di Cernusco, Cinisello, Monza, Sesto». Chiede ai sindaci della Lega di fare rete e presentare ordini del giorno in Regione e in tutti i consigli comunali per impegnare Sala a sospendere i divieti. «É anche sindaco della Città metropolitana ma non ci ha consultati - afferma Di Stefano -, e specie i Comuni dell'hinterland con il metrò come Sesto da ottobre diventeranno autorimesse, la gente posteggerà sulle nostre strade e raggiungerà Milano col mezzo». Il leader della Lega aggiunge che sono in partenza sette milioni di cartelle esattoriali, e 400mila solo in Lombardia. La pace fiscale, con una guerra e una pandemia ancora in corso, è un doveroso aiuto a milioni di italiani».

Giorni fa anche il governatore Attilio Fontana ha chiesto di rinviare i divieti di Area B - si sono già associati anche i costruttori di Ance e Aci Milano - e ieri è tornato alla carica: «Le mie preoccupazioni, dettate soprattutto dalla difficile situazione economica che sta attraversando il nostro Paese, sono state confermate da numerose associazioni di categoria e da migliaia di cittadini. Dal Comune nessuna risposta. Solo silenzio. Speriamo che qualcuno ci stia ragionando e non siano sempre le fasce più deboli o le imprese a pagare il conto». É uscito dal silenzio e ha risposto via social ieri il sindaco, confermando che non intende arretrare di un passo: «Alla Lega di Salvini non piace 'Area B. Non sono interessati al fatto che i milanesi respirino meglio. A me invece la cosa interessa, anche molto.

E andrò avanti nelle azioni per migliorare la qualità dell'aria nella mia città, come sto facendo, pur conscio delle difficoltà, da sei anni. I prodi esponenti della Lega si occupino piuttosto di come hanno ridotto Trenord, se vogliono dare una mano sulla mobilità (ah già, ma così c'è da lavorare e non solo da chiacchierare)».

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