Salsi sulle orme di Domingo torna alla Scala a fare il doge

Il celebre baritono parmense nei «Due Foscari» in cui sostituì il tenore spagnolo in emergenza

Piera Anna FraniniIl baritono Luca Salsi, 40 anni, è uno dei nostri più bei cantanti lirici. Nato a San Secondo Parmense, ha una forte predilezione e congenialità per i personaggi verdiani. Torna alla Scala domani come protagonista de I Due Foscari nelle vesti del doge Francesco Foscari, accanto al tenore Francesco Meli e al soprano Anna Pirozzi, con Michele Mariotti alla direzione. Da febbraio quello del doge di Venezia è stato il ruolo che ha riportato Placido Domingo alla Scala, ora tocca a Salsi, che l'anno scorso ha conquistato - e quasi scioccato - il Metropolitan di NY per esibizioni da primati: due nell'arco di sette ore.Si parte con un last minute, in sostituzione di Domingo, dopo una chiamata disperata del figlio di Domingo, Alvaro, in cerca di una sostituzione degna del gran nome. Giusto il tempo di indossare il costume e a poco più di mezz'ora dalla telefonata Salsi è in palcoscenico con il direttore James Levine che lo rincuora. La sera stessa il baritono ha cantato in un'altra opera, pur programmata. Gli americani - precisi, organizzati e preparati - erano in visibilio per l'improvvisazione superba.Per la verità è un'improvvisazione che affonda le radici in una preparazione solida, poggia su una carriera costruita - un po' alla Jonas Kaufmann - mattone su mattone, solida come una quercia. La tenuta vocale si sposa con i nervi saldi di un uomo dai modi paciosi, un simpatico tosto. Ci chiediamo perché solo ora arrivi alla Scala in un ruolo di prestigio. Ma soprattutto ci si augura di vederlo più spesso, pare ci siano trattative. Riccardo Muti da tempo ne ha colto il talento, è con lui che Salsi ha fatto I due Foscari all'Opera di Roma, nel 2013, ed Ernani a Salisburgo. «Quando fai qualcosa con Muti, ti ricordi poi molto bene la partitura» ha spiegato con spirito anti-star a chi urlava al fenomeno. Salsi sarà impegnato con Muti il mese prossimo a Chicago, in Falstaff e poi a Stoccolma in Macbeth. C'è poi grande attesa per il suo Nabucco al Festival di Caracalla, quest'estate, nel nuovo allestimento di Federico Grazzini.Stasera alle 20 l'ospite della stagione della Filarmonica della Scala è la Budapest Festival Orchestra con il Chor des Bayerischen Rundfunks e il Coro di voci bianche dell'Accademia scaligera. Un complesso monumentale impegnato in una gigantessa musicale come la Terza Sinfonia di Mahler. Dirige il mahleriano Iván Fischer. L'ultima esecuzione della Sinfonia n. 3 di Mahler con la Filarmonica alla Scala risale al 2006 con Gustavo Dudamel. Prima di allora l'aveva diretta Giuseppe Sinopoli nel 1997, Zubin Metha nel 1990.Giovedì (repliche sabato e domenica) è invece il giorno che segna il ritorno a Milano di Chailly, direttore principale della Scala e della Filarmonica. Nella prima parte del programma si propongono l'Ouverture da concerto in sol maggiore e la Sinfonia in re maggiore di Luigi Cherubini, assente dai programmi scaligeri da 15 anni.

Al neoclassico Cherubini della prima parte della serata si aggiungono brani verdiani (Ballabili e Sinfonia dai Vespri). Di Verdi, Chailly presenta parte del repertorio proposto tre anni fa in occasione del bicentenario della nascita del compositore.

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