In scena amore e psiche aspettando l'atomica

All'Elfo monologo sui retroscena del Progetto Manhattan. Al Piccolo l'«Ivan» di Dostoevskij

Antonio Bozzo

Dietro ogni grande uomo c'è una grande donna, si dice. Sarà stato il caso di Enrico Fermi, uno dei «ragazzi di via Panisperna»? Lo scopriremo all'Elfo Puccini, dove va in scena (2-12 marzo) il monologo La moglie, scritto e interpretato da Cinzia Spanò, regia di Rosario Tedesco. La sposa dello scienziato, fisico nucleare tra i padri della bomba atomica, messa a punto negli Usa con il Progetto Manhattan, si chiama Laura. Ha seguito il marito in America, lontano dalle leggi razziali che colpivano gli ebrei, fino a sterminarli. Ma non sa, Laura, a quale misterioso progetto lavora il suo Enrico. Deve restarne all'oscuro, nell'abitazione messa a disposizione dello scienziato, nel deserto del New Mexico, a Los Alamos. Spanò intreccia alla vicenda privata, su sfondo bellico, il mito di Amore e Psiche, che porta allo svelamento del mistero. Altro cervello fuori dal comune al Franco Parenti (1-12 marzo), con Mozart ritratto di un genio. Giuseppe Cederna ripercorre la storia di Amadeus, su musiche eseguite da Sandro D'Onofrio. Genio sboccato come un monello, Mozart è visto nelle intemperanze buffonesche. Commedia acchiappa-risate al Carcano con Le prénom (1-12 marzo), di Delaporte e De La Patellière, che dal debutto a Parigi - nel 2010 - ha avuto successo anche al cinema. La versione italiana della cena degli equivoci, che rovescia come un guanto le vite dei commensali, è di Fausto Paravidino (in scena cinque attori, regia di Antonio Zavatteri, produzione Stabile di Genova). Il sistema del Piccolo ospita Ivan allo Studio Melato, fino al 5 marzo; spettacolo sul quale oggi si tiene un incontro in via Rovello, nel Chiostro Nina Vinchi. Tratto dai «Karamazov» di Dostoevskij, regia di Serena Sinigaglia, interprete Fausto Russo Alesi, tratta il capitolo nel quale lo scrittore russo racconta la sua visione di Cristo redivivo, condannato dall'Inquisizione. Commedia che mette a confronto due universi gastronomici, invece, al Teatro Martinitt, con Bedda Maki, disfida tutta da ridere tra cucina siciliana e giapponese in un quartiere popolare di Milano. Il testo, di Marco Di Stefano e Chiara Boscaro, ha vinto il concorso «Una commedia in cerca d'autori».

Concludiamo la panoramica ricordando altri due spettacoli in scena all'Elfo: I giganti della montagna di Pirandello, con regia di Roberto Latini, e Anelante di Rezza-Mastrella. Il titolo rimanda al «respiro con affanno», o a un desiderio che toglie il fiato: agli spettatori (ne consigliamo la visione) la scelta del significato.

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