La scuola diventa "teatro": va in scena la fragilità

"Il ragazzo dell'ultimo banco" una storia scritta da Mayorga. Regia firmata da Jacopo Gassman

La scuola diventa "teatro": va in scena la fragilità

Storie di vite, vite che s'incrociano, in una drammaturgia «Che ha così tanti riferimenti letterari che potrebbero spaventare lo spettatore». Lo dice Jacopo Gassman, che firma la regia de «Il ragazzo dell'ultimo banco» del drammaturgo madrileno Juan Mayorga, classe 1965, la nuova produzione del Piccolo Teatro. Ha debuttato allo Studio Melato giovedì scorso in prima nazionale, e sarà in scena fino al 18 aprile.

Laureato in matematica e con un dottorato in filosofia, Mayorga ha anche insegnato matematica in alcune scuole superiori di Madrid: «La storia di questo spettacolo è ispirata da un mio alunno - dice -. Un giorno mi ha consegnato un compito in bianco, c'era solo scritto: Mi spiace, non ho studiato, ma sono molto bravo a tennis, martedì sono comparso sulla Gazzetta dello Sport, diventerò un campione e tu ed io andremo a festeggiare». Mayorga aggiunge che, però, tutti i suoi famigliari ricordano l'accaduto in modo leggermente diverso: la consegna del foglio in bianco sarebbe stata accompagnata da una confessione verbale e non scritta. Due versioni di uno stesso fatto. Qual è reale e quale non? Ecco il tema su cui si basa «Il ragazzo dell'ultimo banco»: in una scena spaziosa, su cui si affacciano contemporaneamente diversi ambienti, si sviluppa la storia di Claudio (Fabrizio Falco), diciassettenne solo davanti alla vita che gli si sta presentando nella sua reale imprevedibilità, e German (Danilo Negrelli), il suo professore di letteratura al liceo. Anche se Claudio siede sempre all'ultimo banco, timido e insicuro, è l'unico, nella classe, che colpisce German. E la freccia che fa scattare nel professore interesse per il suo alunno è il tema che Claudio gli consegna una mattina. Il semplice titolo assegnato alla classe, «Racconta la tua domenica», nelle parole di Claudio è una richiesta di attenzione: delinea in modo accurato e cinico la vita tra le pareti della casa «borghese» del suo compagno di classe (Rafa, Alfonso De Vreese, che vive con la madre Ester, Pia Lanciotti, e il padre, Rafa Padre, Pierluigi Corallo).

Claudio frequenta la casa perché aiuta il compagno Rafa nei compiti di matematica. E la conclusione del quadro domestico riportata dall'alunno è una porta aperta. Claudio scrive infatti: «Continua». German è combattuto: vietare al giovane di entrare nelle case degli altri e raccontarne la vita in un tema, o valorizzare questa idea geniale e stimolante che viene da un suo alunno? Ecco che su questo pretesto letterario si sviluppa lo spettacolo: il professore finisce per sostenere le descrizioni che Claudio fornisce della vita in quella casa che definisce «borghese». Ritmi che si ripetono, certezze portate in palmo di mano, ma dietro le quali si svelano persone fragili e facili preda della curiosità morbosa del giovane alunno. Nei quadri che si aprono e che descrivono le vite dei vari personaggi che si incrociano, immediato è il riferimento a Pirandello, Calderon de la Barca, Cervantes: non si può dire che la presenza di queste citazioni possa davvero spaventare. Semmai «Il ragazzo dell'ultimo banco» è un testo che affascina.

Lo spettacolo è ritmato e mette in luce la fragilità che è presente in ogni uomo. «Del resto - dice ancora Mayorga - come sostiene il filosofo Walter Benjamin la scuola non deve essere un luogo dove una generazione prevale sull'altra, ma un luogo di incontro».

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