"La sinistra è messa male se fa scouting a destra"

Salvini taglia corto sull'assist Calenda-Moratti. Majorino offeso dal centrista: "Io mai populista"

"La sinistra è messa male se fa scouting a destra"

«Se a sinistra sono messi così male che per trovare un candidato in Regione devono venire a pescarlo nel centrodestra a me fa solo piacere. Il problema è tutto loro». Matteo Salvini arriva alle 10 al Salone del Mobile a Rho e chiude con una battuta la discussione che ha scosso destra e sinistra il giorno prima. Nello stesso posto, e quasi alla stessa ora, il leader di Azione Carlo Calenda venerdì ha gettato il sasso nello stagno: ha premesso che il suo nome per il 2023 è l'economista Carlo Cottarelli ma ha avvertito il Pd che se sceglierà (con i 5 Stelle) di schierare un nome troppo a sinistra, Azione valuterà una candidatura terza. E per rappresentare il terzo polo «ci sono persone di grandissima qualità anche nel campo avverso, Letizia Moratti sarebbe un ottimo nome». La vicepresidente della Regione non ha lasciato scivolare la battuta ma (anche lei al Salone) ha ricambiato la stima e sostenuto che «ci sono diverse ipotesi e riflessioni in corso, non solo mie. Calenda? Lo sento, certo». Parole che hanno scatenato reazioni furiose a sinistra. Dal sindaco Beppe Sala («non è il momento del toto-nomi») al segretario Pd Enrico Letta che ha «ricordato» a Calenda che «non è nostra abitudine andare a individuare nomi che stanno dall'altra parte e non lo faremo questa volta».

Ma anche nel centrodestra i chiarimenti sono rinviati a dopo il voto delle amministrative. Venerdì l'ordine di scuderia nel centrodestra è stato di evitare commenti. La dichiarazione del segretario della Lega Lombarda Fabrizio Cecchetti («fa davvero ridere che il centrosinistra, che in Lombardia non ha un proprio candidato in Regione, si divida e litighi, con Letta costretto a zittire Calenda») è stata quasi isolata. Oltre a quella del governatore Attilio Fontana, che ha ricevuto praticamente l'investitura per il bis da Matteo Salvini ma aspetta il resto della coalizione. E ha stoppato Calenda con una battuta: «É il centrodestra che esprime l'ottimo candidato, vuole chiedere di entrare?». Anche se Azione apriva all'ipotesi di una sfida Moratti-Fontana, oltre al nome Pd-M5S. Ipotesi che i colonnelli lombardi del centrodestra si sentono di escludere. Intanto perchè difficilmente Moratti vorrebbe rischiare il precedente pericoloso dell'ex sindaco Albertini, che si candidò col terzo polo contro Maroni e incassò il 4% dopo due mandati eccezionali a Palazzo Marino. La morale: prendere voti in Lombardia e fuori dalla coalizione è un'altra partita. Nessuno nega invece che la vice vorrebbe correre al posto del governatore leghista, e l'endorsement dell'ala centrista potrebbe aiutarla a crescere nelle quotazioni se la coalizione dovesse valutare piani b a Fontana.

Intanto, Calenda ha citato Pierfrancesco Majorino tra i nomi che lo

farebbero «scappare» e l'eurodeputato Pd se l'è presa. «Ho scoperto che sarei un populista, probabilmente perchè non mi piace la sua idea di candidare la Moratti - ironizza -. Me ne dicono di tutti i colori. Ma quello mai!».

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