Le stelle della cucina brillano anche nei luoghi di vacanza

Da Cracco a Berton a Bartolini: i re della gastronomia girano l'Italia per sedurre il palato dei turisti in ferie

Le stelle della cucina brillano anche nei luoghi di vacanza

Nel romanzo di Salinger, il giovane Holden Caulfield si chiedeva angosciato dove finiscono le anatre del Central Park quando il laghetto è ghiacciato. Noi, senza angoscia, possiamo invece chiederci: dove vanno gli chef di prima fila quando Milano smobilita per ferie e i ristoranti di alta cucina si prendono una pausa? Moltissimi vanno semplicemente in vacanza. Ma c'è chi trasloca per giorni o settimane, e cucina in isole mediterranee o Paesi lontani. Così da portare nel mondo il blasone di chef e la fama di Milano capitale enogastronomica, seconda solo a Londra, in Europa. «Io mi divido tra il ristorante dell'hotel Sereno, sul Lario, e il Club Med di Cefalù - dice Andrea Berton -. Muoversi è un dovere. Le rispondo da Sankt Moritz, sono qui per mettere a punto la cena di Sant'Ambrogio. In agosto ne farò una per oltre 100 persone sulla spiaggia del Palace Hotel di Milano Marittima. E a fine mese sarò in Sardegna, al Falkensteiner Resort Capo Boi».

Carlo Cracco, chef che ben interpreta il ruolo di star, fresco di avvio del suo ristorante in Galleria (un successo, a dispetto degli invidiosi), va al Forte Village in Sardegna per il quinto anno consecutivo. Cinque le cene nel ristorante Hell's Kitchen, sulla piscina del complesso, e lezioni di cucina in stile Master Chef. A Paraggi, un passo da Portofino, è aperto invece per la stagione estiva (è il secondo anno) il ristorante Langosteria. L'esigentissimo patron Enrico Buonocore - tre locali a Milano, uno a Courmayeur, il prossimo a Londra - lo ha trasformato in uno dei migliori ristoranti di pesce della costa: ordinate i gamberi di Santa Margherita per capire cosa significa freschezza.

Dove vanno due nomi conosciutissimi, Wiky Priyan ed Enrico Bartolini? Il primo, criminologo nato in Sri Lanka, di cultura giapponese, con ristorante in corso Italia che sposa cucina del Sol Levante e ingredienti mediterranei, sta girando il Giappone. Va dai maestri, per tornare sempre più aggiornato nella tecnica e nelle creazioni. La sua ultima trasferta all'estero è stata a San Pellegrino Sapori Ticino, Lugano, a inizio estate. Bartolini, ristorante al Mudec, cuoco tra i più premiati d'Italia, cucinerà sulle colline di San Pantaleo, in Sardegna, al Petra Segreta Resort, per il Sustainable Gourmet Festival. Il 23 agosto, a quattro mani con Luigi Bergeretto, proporrà un menu di pesce pescato. E il 30, sempre nello stesso luogo, andrà in scena il tristellato Bobo Cerea, del ristorante Da Vittorio a Brusaporto (ma i fratelli Cerea hanno anche la regia del milanese ristorante del Gallia).

Il barbuto Eugenio Boer, mezzo ligure e mezzo olandese, che ha aperto da poco il suo ristorante in via Mercalli, dal 21 al 23 agosto promuove la sua cucina d'avanguardia al Grand Hyatt di San Paolo, in Brasile, per Les Collectioneurs, associazione presieduta da Alain Ducasse e in Italia da Massimo Spigaroli. Pendolarismo per Felix Lo Basso, che va e viene tra il suo ristorante in piazza Duomo e Le Memorie, il nuovo progetto a Trani. Cena di beneficenza, invece, per Antonio Guida (venerato chef del Mandarin) a Tricase, Lecce, il 21 agosto, alla masseria Abbracciavento. Alessandro Negrini e Fabio Pisani, del Luogo di Aimo e Nadia, fino al 25 agosto sono al Forte Village in Sardegna, vera calamita acchiappachef.

Le gastrotendenze di Milano fanno scuola, ovunque. Anche nel mondo, sempre più sfavillante, del bere miscelato. Francesco Galdi, bartender del dry, non ha fatto altro che rifiutare proposte da luoghi di vacanza ed esotici: sta mettendo a punto nuove sorprese e non può distrarsi. Invece Luciano Valente, mixologist al The Doping Club, lo si trova a Scalea, in Calabria.

E Ruggero Bellazzo, restaurant manager al Bulk Bar, si è trasferito al Phi Beach, in Sardegna, sempre capitanato dallo chef Giancarlo Morelli. Insomma, andare in vacanza, e non incontrare o almeno sfiorare un nome della scena gastronomica milanese, sarà davvero molto difficile.

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