La storia dell’architetto-costumista che vestì le prime donne

La storia dell’architetto-costumista che vestì le prime donne

Estroso architetto teatrale, decoratore, inventore di macchine e di costumi. È Giacomo Pregliasco, il geniale torinese che preparò il teatro della Scala a ospitare Napoleone in persona. La sua storia è raccontata in una monografia, «Pregliasco alla Scala», edita da Umberto Allemandi in collaborazione con gli Amici della Scala. Il volume va a completare la collana ideata da Vittoria Crespi Morbio dedicata alle monografie di architetti, scenografi e costumisti che hanno fatto grande il Teatro alla Scala. Dopo i testi dedicati a Gae Aulenti, Cecil Beaton e Renzo Vespignani, è ora la volta di un uomo di teatro.
Dopo avere esordito nel capoluogo piemontese con la qualifica di «regio disegnatore di carrozze e vetture», Pregliasco si fa carico di allestire le principali feste repubblicane e disegnare i costumi per i teatri torinesi. Così, con l'arrivo dei francesi acquisisce il titolo di «dessignateur national» e dal 1808 al 1816 lavora a Milano disegnando per il Tempio della Lirica macchinari, apparati festosi e abiti. Pregliasco ricerca l’effetto spettacolare con ricchi costumi barocchi, specie per le prime donne. Prepara l’apparato neoclassico per l’arrivo a Milano di Eugenio e Amalia de Beauharnais (teatro alla Scala 1806), i carri e le macchine nonchè gli attrezzi in stile egizio per il balletto «Cesare in Egitto» di Gioja (1807), pensato in occasione della presenza di Napoleone al Teatro del Piermarini.
Va detto che la Scala di Eugenio de Beauharnais, dal livello musicale non memorabile. Fu invece un teatro brillantissimo per la spettacolarità degli allestimenti, l'invenzione moderna e ardita delle macchine da scena, lo splendore dei decori e l'eleganza dei costumi. Giacomo Pregliasco fu anche uno stilista onnipotente se si pensa a una Milano affaccendata a inanellare Cantate per la pace, per la guerra, per la vittoria. I suoi abiti da scena per le pantomime e le opere liriche da lui create serbano ancora oggi una freschezza e una genialità che fanno pensare a una leggiadria senza tempo. L’edizione degli Amici della Scala è stata realizzata anche grazie ai mecenati e alla Provincia di Milano e segue anche i volumi dall’Ottocento al Duemila da Viganò a Stockhausen, «libri che arricchiscono gli scaffali della biblioteca del Teatro con la lunga galleria di monografie illustrate» specifica nella prefazione del volume il sovrintendente alla Scala, Stephane Lissner. Ciascuna biografia raccoglie un lavoro di catalogazione, ricerca, riscoperta di un patrimonio unico al mondo fatto anche di bozzetti e figurini, custoditi nel caveau della Scala; ad esempio, i costumi ritrovati dei Bassaridi di Henze, disegnati da Vespignani, gli inediti scatti fotografici costituiscono la memoria storica che si ricongiunge al personale ricordo degli amanti dell'opera e del balletto. Il padre di Giacomo Pregliasco, Michele, coniugato con Teresa Fornari, è sellaio e fabbricante di carrozze.

Lo stesso Giacomo che sposa Angela Rionda, ha quattro figlie, una delle quali, Anna, convola a nozze con il figurinista e scenografo Luigi Vacca; l'altra figlia, Teresa, miniaturista si unisce allo scenografo Fabrizio Severi, mentre Angela Maria segue un percorso ribelle e sfortunato.

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