Van Gogh rivive a teatro nel "thriller" psicologico

Preziosi mette in scena la vita dell'artista «La sua storia per spiegare l'anima dell'arte»

Van Gogh rivive a teatro nel "thriller" psicologico

L'arte contemporanea? Non un granché, per usare un eufemismo. «Se il mondo di domani guardasse alla nostra società affidandosi solo all'arte dei nostri tempi, risulteremmo incomprensibili. Oggi non ci sono artisti immortali». E poi: «Marina Abramovi? Quando un artista deve scendere in campo con il proprio corpo per spiegare la sua arte, facendone parte... bè, diciamo che la mia visione dell'arte è diversa». Così la pensa Alessandro Preziosi, attore affascinato dai grandi personaggi del passato che, però, «siano individui capaci di parlare alla nostra contemporaneità, come in fondo sono quelli che ho interpretato negli anni, da Colombo ad Amleto a Sant'Agostino, da Cyrano a Don Giovanni fino a Van Gogh».

Ed è proprio lui, il genio olandese che firmava i quadri con il semplice nome di battesimo Vincent, il protagonista di un testo scritto dal talentuoso Stefano Massini (sua la Lehman Trilogy portata in scena da Luca Ronconi nelle ultime stagioni), diretto da Alessandro Maggi, in cartellone al Teatro Manzoni da questa sera fino al 2 dicembre (ore 20.45, domenica ore 15.30, ingresso 35-23 euro, info 02.76.36.901). Van Gogh L'odore assordante del bianco è la storia di una vita e di una missione artistica sintetizzate in un tempo e in un luogo, quel manicomio di Saint Paul, nel Sud della Francia, dove il pittore dei Girasoli e della Notte stellata si auto-recluse per poter gestire, spiega ancora Alessandro Preziosi che ne porta sul palcoscenico le sofferenze, «due passaggi fondamentali: la cura della propria malattia psichica e l'approdo alla vita adulta. Van Gogh lottò strenuamente per non diventare adulto».

L'attore napoletano si immerge nell'uomo e nell'artista Van Gogh dopo uno studio approfondito: «Ho letto libri, ammirato opere nei musei, letto le lettere che Vincent scriveva all'amatissimo fratello Theo. I film su Van Gogh? Sarebbe stato meglio non realizzarli. Ho amato solo Loving Vincent, il film d'animazione realizzato con migliaia di tele dipinte da pittori che si sono rifatti ai suoi quadri e ai personaggi presenti nei suoi ritratti». Il Van Gogh sul palcoscenico (affiancato da altri personaggi interpretati da Francesco Biscione, Masismo Nicolini, Roberto Manzi, Alessio Genchi e Vincenzo Zampa) è un uomo assediato dal bianco, il colore che, sommando tutti gli altri colori, li annulla. «Grossi blocchi di cemento bianco. Il manicomio non è così, è lui che lo vede tale spiega l'attore Il testo è un thriller psicologico, un bellissimo labirinto letterario. Attraverso la storia di Van Gogh si cerca di spiegare quale sia l'anima dell'arte, che è sempre fatica, e sofferenza. Per realizzare un'opera si rischia la vita». Nulla, del rosso Vincent, traspare nel volto di Alessandro Preziosi: «Non ho inseguito nessuna costruzione fisica per somigliargli spiega l'attore Piuttosto ho lavorato d'istinto e sull'uso del corpo».

L'arte, per Preziosi, è stato l'approdo della maturità: «Vittoria Puccini, la mia ex moglie, è stata fondamentale: era la sua passione e divenne la mia. E quando condividi qualcosa, la vivi e comprendi in modo più profondo».

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