"Vi racconto la donna un essere perfetto anche... in quei giorni"

Geppi Cucciari nel monologo di Mattia Torre «Noi ostaggio del ciclo? È un luogo comune»

"Vi racconto la donna un essere perfetto anche... in quei giorni"

Regola numero uno: «La donna non è in ostaggio di quei giorni particolari, come si pensa». Regola numero due: «Il ciclo, se vogliamo darne la definizione corretta, sono tutti e ventotto giorni, e non solo quelli delle mestruazioni». Regola numero tre: «Detesto i luoghi comuni, anzi nemmeno il termine luogo comune mi piace: e quello del ciclo è uno di quei territori a rischio banalità». Non si può certo dire che Geppi Cucciari sia tipo da accomodarsi nel pour parler, e basterebbero queste enunciazioni per dedurre che Perfetta - scritto espressamente per lei dall'amico Mattia Torre, in scena al Teatro Franco Parenti fino al 3 febbraio (mar e ven ore 20, mer ore 19.15, gio ore 21, sab ore 20.30 dom ore 16.15, ingresso 38 euro, info 02.59.99.52.06) non è uno di quei testi che la buttano sulla leggerezza inconcludente. Senso per la battuta e umorismo cinico sono le tradizionali armi dialettiche dell'attrice sarda (adottata da Milano), e sono queste le caratteristiche che hanno stimolato l'autore, commediografo, sceneggiatore e regista romano (tra le firme della serie di culto Boris e di La linea verticale con Valerio Mastandrea) a costruire un testo che le cadesse addosso come un abito. «Da molto tempo io Mattia pensavamo a un lavoro insieme spiega Geppi Cucciari - Le amicizie nello stesso mondo lavorativo sono così: fanno giri infiniti, poi capita di guardarsi in faccia e di dirsi: ok, facciamolo. Ho a tal punto stima di Torre che mi sono totalmente affidata a lui». Un testo al femminile scritto da un uomo. «Ma Torre prosegue la comica ha già dimostrato di sapersi calar in realtà altro da lui: questo monologo sembra uscito direttamente da una donna. Anzi, io stessa ho imparato delle cose, sulle fasi del ciclo, che non conoscevo. Ci sono quattro fasi, e il racconto passa proprio da quattro martedì in cui una donna naturalmente imperfetta descrive ciò che le accade, e come lei stessa interagisce col mondo circostante. Ci tengo a precisare che il personaggio sul palcoscenico non sono necessariamente io». Quattro martedì apparentemente identici, quelli che fanno da colonne portanti del racconto, ma che mutano negli stati d'animo, nelle percezioni e nelle emozioni della protagonista. Inutile cercare di ironizzare su come noi maschi vediamo l'altalena emotiva femminile e, soprattutto, sorridere della nostra atavica incapacità di leggere i misteri biologici della donna: da Geppi Cucciari non si raccoglie un atomo di comprensione o, ci basterebbe anche quello, di commiserazione. Quello è il territorio proibito del luogo comune.

Andare in scena al Teatro Franco Parenti è, per l'attrice sarda (attiva in radio su Radio1 con Un giorno da pecora e in tv su Rai3 con Un pugno di libri)

una grande soddisfazione, dal solido valore simbolico: «Vivo a Milano da ormai vent'anni, la mia prima zona conosciuta fu Porta Romana e per un po' vissi addirittura sopra il Teatro Franco Parenti, nello stesso stabile».

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