Miniscooter «clonati» dai cinesi Quattro denunce per contraffazione

Le moto, identiche all’originale, erano sul mercato a un decimo del prezzo

Michele Perla

Non solo hanno prodotto miniscooter del tutto identici, anche nel marchio, a quelli originali; non si sono neppure fatti scrupolo di esporli al Salone del motociclo che si è chiuso domenica nel nuovo Polo fieristico di Rho, a pochi stand di distanza dai proprietari del brevetto.
Così, dopo la segnalazione, nei padiglioni espositivi è arrivata la Guardia di Finanza che ha sequestrato la merce falsa, denunciando per vari reati commessi sulla violazione dei brevetti, i contraffattori: tre cinesi ed un italiano.
È successo domenica pomeriggio quando i rappresentanti di una ditta della Repubblica Ceca, girando fra gli stand, hanno notato che la «concorrenza» stava presentando al pubblico l’identico prodotto realizzato nell’azienda boema, ovviamente a prezzi stracciati. Di fatto erano esposti dei miniscooter, made in China, copiati in ogni dettaglio che, se non fosse stato per l’intervento dei rappresentanti della vera ditta produttrice e che detiene il brevetto europeo, sarebbero sicuramente andati a ruba.
«Quelli contraffatti erano stati messi in vendita sul mercato ad un prezzo dieci volte inferiore rispetto all’originale – spiega Alessandro Angeleri, capitano delle Fiamme gialle di Rho -; i miniscooter prodotti dalla società ceca costavano mille euro, quelli cinesi cento». L'operazione è scattata dopo che il legale dell’azienda dell’Est europeo ha segnalato la vicenda all'Agenzia delle dogane. Questa ha immediatamente fatto intervenire i finanzieri, prima che la Fiera chiudesse i battenti. Una rapida ispezione fra gli stand ha confermato i dubbi ed è scattato subito il sequestro delle moto giocattolo a motore.
«Difficile individuare quelle vere da quelle contraffatte – ha proseguito il comandante di Rho -; le moto erano state copiate nei modelli, nei colori e persino nel marchio».


La merce, nove mini moto e due Quad, veicoli a motore a quattro ruote molto di moda fra i giovani, era stata tutta prodotta in Cina da quattro ditte, e faceva bella mostra di sé nei padiglioni espositivi di fianco alle più prestigiose marche del settore. L’indagine della Guardia di finanza tuttavia prosegue, per accertare se le quattro persone denunciate a piede libero, oltre a clonare i miniscooter, si siano dedicate ad altre contraffazioni.

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