Il mistero dei cento voti rubati in Val Bisagno

Come 273 consensi a favore dell’uomo politico del centrodestra diventarono 173 nel giro di 48 ore

Il mistero dei cento voti rubati in Val Bisagno

La relazione presentata dalla commissione elettorale alla corte d'appello sulle amministrative 2007, la quale conferma che il voto di Genova è stato falsato, ha fatto saltare sulla poltrona decine e decine di candidati che, fin dai primissimi minuti dal termine dello spoglio dello scorso 29 maggio, gridarono allo scandalo. Si denunciavano brogli su tutti i fronti e si prospettavano decine di ricorsi. Le denunce della Cdl su presunti conteggi sbagliati, voti in bianco e urne chiuse in notevole ritardo e la conseguente conferma della commissione sulla veridicità di esse, hanno messo in guardia anche gli uffici della Procura che da pochi giorni stanno esaminando le cartelle redatte da Claudio Romani, il dirigente del servizio elettorale del Comune. Secondo coloro che denunciano un torto subito, il dato che fa più riflettere è l'elevato numero dei presidenti di sezione (143 sui 653 totali), indicati da Claudio Romani, «incapaci di operare in maniera corretta». Portavoce di coloro che, soprattutto nella Valbisagno lamentano qualche malefatta, è Marco Tagliafico, focoso consigliere della passata legislatura e adesso capolista di Forza Italia, nel IV Municipio della Valbisagno: «Finalmente, esordisce con gioia, adesso ci sono anche le prove, se prima avevo dei dubbi, ora ne sono quanto mai più che convinto: mi hanno rubato 100 voti nella sezione di Molassana, proprio quella dove la gente conosce la mia famiglia da oltre 5 generazioni!». Parole pesanti ed eloquenti, quelle pronunciate da Tagliafico: «Ho appreso dalle pagine del vostro-nostro giornale, continua Tagliafico, che oltre il 20% dei presidenti di sezione, soprattutto in Valbisagno, non ha operato in maniera corretta. Concordo con Alberto Gagliardi, consigliere comunale di Forza Italia, quando asserisce che in mezzo a tutti i brogli, il suo è sicuramente stato il caso più clamoroso. Ma il fatto principale, senza dubbio quello più importante, è il fatto certo che, conti alla mano, sono stati sottratti migliaia di voti a Forza Italia. A giochi fatti, la piccola differenza - prosegue Tagliafico - sta semplicemente nel fatto che adesso a palazzo Tursi avremmo un sindaco di nome Enrico Musso».
Marco Tagliafico ci accoglie nei suoi eleganti e moderni uffici con tanto di documenti da farci visionare sulla scrivania. Non solo. Davanti allo schermo del suo computer, si mette a «a sfogliare» decine di pagine del sito ufficiale del Comune di Genova con i dati delle passate votazioni. Come un fiume in piena e in completa sintonia col proprio carattere espansivo, racconta la sua odissea elettorale, «anche se alla fine - ammette con sincerità - sono stato comunque eletto».
Racconta così di avere seguito lo spoglio attraverso le pagine web del sito ufficiale del Comune di Genova. «Il 29 maggio, precisa Tagliafico, il giorno dopo la chiusura dello spoglio, il risultato mio personale, secondo il sito del Comune era di 273 preferenze, dopo 2 giorni però mi è stato ufficializzato di avere preso 100 voti in meno: ovvero 173. Mi hanno risposto che potrebbe trattarsi di un errore di trascrizione, ma il fatto strano è che nessuno abbia provveduto a comunicare la cosa al Comune che, sempre attraverso lo stesso sito, ancora ad oggi mi conferma i 273 voti. Numeri che risaltano il grossolano errore».
Nonostante la «perdita improvvisa» di ben 100 preferenze, questa volta Tagliafico si presenta, per il secondo mandato consecutivo, in qualità di capolista di Forza Italia, ma con un grande rammarico: non vedere applicate sul territorio le vere preferenze degli elettori.

Infatti, secondo semplici calcoli matematici che egli stesso elabora, ai 100 voti mancanti, si aggiungono quelli spariti nei seggi della Valbisagno. In tutto dunque al centrodestra mancherebbe un numero di voti considerevole, voti che avrebbero, molto probabilmente, posto Forza Italia in un altro contesto.

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