Moda estiva? Un'esplosione di colori

Moda estiva? Un'esplosione di colori

Forma e colore sono ingredienti di base e quindi difficilissimi da dosare nell'alta cucina della moda. Raf Simons ha dimostrato di essere uno chef degno dei più grandi riconoscimenti di critica e pubblico per l'indimenticabile collezione Jil Sander della prossima estate in passerella ieri pomeriggio a Milano Moda Donna. La sfilata è cominciata con una serie di gonne a tulipano rovesciato (quindi larghe sui fianchi e poeticamente rastremate in fondo), lunghe fino ai piedi, tinta unita ma nei colori più vivaci che si possano immaginare: rosa shocking, viola, magenta, rosso corallo, blu elettrico, verde chartreuse, giallo limone e arancio fluò. Sopra queste strutture preziose e voluminose anche nel caso delle gonne-pantalone, comparivano semplici T shirt bianche che lanciavano subito forte e chiaro il messaggio di stagione: nuove silhouette, accostamenti cromatici mai visti prima, una semplicità molto complicata. «Ho cercato di tradurre il minimalismo tipico di questa griffe con il ricchissimo linguaggio della couture» spiega Simons nel backstage dopo aver incassato una vera e propria ovazione. Del resto stiamo parlando di piccoli capolavori come il vestito arancio evidenziatore fatto con chilometri di tessuto giapponese leggerissimo eppure corposo tanto da creare una seducente forma a doppia campanula grazie ai due elastici posizionati sul decolté e sotto al ginocchio. Incredibili i colori accostati con rara maestria per cui sotto allo sgargiante ensemble di pantaloni rosa magenta con blazer-camicia viola come il grande parka sopra a tutto, compaiono semplici scarpe beige mentre le borse a borsellino sono spesso in tinta con l'abito. Insomma dopo una sfilata di questo livello sarà dura dire che un giorno di Parigi ne vale cinque di Milano.

Del resto nella rinata capitale della moda vive e lavora un genio come Armani, l'unico stilista al mondo capace di fare della sana ironia su se stesso e sul mondo. «Alla fine sono solo dei vestiti con sotto qualcosa che allunghi la silhouette senza appesantire perché diciamo la verità: poche cose invecchiano una donna quanto le gonne lunghe» dice mentre la stampa lo incalza di domande e complimenti per il nuovo indumento visto sulla passerella dell'Emporio: una gonna di tulle elasticizzato che ha la stessa funzione dei leggins. Sopra a questa specie di sottoveste che nel mondo dell'alta moda si chiama furreau, compaiono fulminanti modelli tagliati ad A: dal giacchino all'abito che si ferma parecchie dita sopra al ginocchio. «È una sorta di make up per le gambe» motteggia Armani.

Le forme ad A e i colori vividi degli evidenziatori si ritrovano anche sulla passerella di Max Mara dove tutto ha un sapore di grafica modernità a cominciare dal bellissimo abito da cocktail in tecno duchesse giallo limone. Tutt'altra storia da Trussardi, ma una gran bella storia cominciata nel 1911 in una guanteria di Bergamo e oggi portata avanti stilisticamente parlando da Milan Vukmirovich. Stavolta il talentuoso direttore creativo della griffe si è ispirato alle immagini scattate negli anni Settanta da David Bailey e Guy Bourdin mixando il glamour pazzesco di modelle come Marie Helvin con la sfrontatezza interessante di una musa contemporanea tipo la cantante M.I.A. Per cui il tipico motivo animalier così sexy e di fondo aggressivo viene perversamente nascosto nella tramatura del pizzo Sangallo tinto di nero. E il camouflage, altrimenti detto motivo mimetico, si ritrova perfino nelle strepitose borsine con catena in pelle laserata ricamata a micro paillettes.

Formidabile anche il lavoro di Albino D'Amato sulle stampe: frammenti di opere di Rubens, Velasquez o Fragonard fotografati, rimpiccioliti e poi riprodotti su stoffa fino a formare un nuovo impero dei segni funzionale al messaggio di collezione: il barocco filtrato dall'estetica degli anni Settanta.

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