Lo Monaco sulle tracce del Pelide Achille

Una rapsodia in versi di drammi, di amori, di storie di guerre e di conquiste di cuori. È Iliade. Da Omero a Omero, il monologo interpretato da Sebastiano Lo Monaco in scena al Piccolo Teatro Studio (fino al 18 aprile) che intreccia agli episodi omerici brani tratti dalle opere teatrali rielaborati dai poeti tragici sul mito di Troia.
Un'ora e venti minuti per trasformare in teatro i ventiquattro libri del celebre poema epico cantato in esametri, il più famoso con l' Odissea, della letteratura greca antica. Quello che tutti abbiamo studiato a scuola e i cui versi introduttivi, «Cantami, o Diva, del Pelide Achille l'ira funesta che infiniti addusse lutti agli Achei», ancora risuonano, forse, nella nostra memoria. Un'opera mitologica che in questo monologo la grecista Monica Centanni, docente di Archeologia e traduzione classica all' Università Iuav di Venezia, ha trasformato in un racconto poetico originale dove, parola per parola, verso dopo verso, viene ricapitolata tutta l'antica epopea dell'Iliade.
Sul palcoscenico del Piccolo Teatro Studio viene raccontata tutta la leggendaria storia della spedizione degli achei contro la rocca di Priamo fino al celebre inganno del cavallo di Troia, e poi la conquista e l'incendio della città, la spartizione delle donne dei vinti, le principesse troiane fatte schiave dai vincitori. Un monologo che intreccia abilmente tre storie, una di guerra, lunga dieci anni, per la conquista di Troia. Una di amore, quello di Paride per la bellissima Elena, motivo scatenante del conflitto. E una storia di amicizia, tra Achille e Patroclo. Attorno a loro si incrociano i destini di altri mitici protagonisti, gli eroi e gli dei. I primi, Ettore, Ulisse e Achille, che nell'impresa mettono alla prova il loro limite e la qualità del loro valore basato sul coraggio, la lealtà, il carattere, l'astuzia, la passione e la ragione, mentre gli dei Atena, Poseidone, Ares, Afrodite, si schierano in battaglia al fianco degli uomini per dar prova non solo del loro potere, ma della loro stessa esistenza.
Un tuffo nell'antichità, dunque. Sul palcoscenico a ricucire i fili della narrazione omerica, a trasformarsi in aedo, ovvero in cantore sacro, è Sebastiano Lo Monaco, uno degli interpreti più versatili non solo della prosa ma anche del cinema e della televisione italiana, che nella sua carriera ha diviso la scena, tra l'altro, con Enrico Maria Salerno e Salvo Randone, ha recitato anche nell'Edipo re, nel Prometeo Incatenato e nell'Enrico IV, al cinema ne I vicerè, in tivù ne La piovra 9.


A fare da colonna sonora vi sono le musiche elettroniche di Dario Arcidiacono e le evoluzioni strumentali dei quartetto Archimede, composto da due violini, una viola e un violoncello, che accompagnano la voce del cantore in scena con brani di Philip Glass e Dmitrij Sostakovic. Note d'avanguardia per rendere contemporanea anche la più tragica, antica, classica epopea della mitologia.

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