Mondadori, Ezio Mauro difende De Benedetti e attacca Marina B.

Se gli attaccano il padrone, lui parte alla carica. Così Marina Berlusconi finisce nel mirino del direttore di Repubblica solo per avere ricordato che anche De Benedetti ha sfruttato le cosiddette leggi "ad aziendam". Ma la replica è durissima

Mondadori, Ezio Mauro  
difende De Benedetti  
e attacca Marina B.

Ma che ci fa un giornalista bravo, politicamente corretto e indipendente alla guerra di Se­grate? Come tutti sanno Ezio Mauro non ha padroni, come tutti quelli della sua schiatta è l’alfiere della stampa libera. Mauro non riceve ordini. Mau­ro quando chiama il suo editore non risponde. Mauro e il suo quotidiano fanno solo inchieste disinteressate.Se attaccano Ber­lusconi un giorno dopo l’altro, fi­no alla fine del mondo, nessuno li chiamerà macchina del fango. Repubblica infatti odora di gelso­mino, alti papaveri, mammole e margherite. Tutto quello che scrivono è sacro. Sono la sacra Bibbia dell’antiberlusconismo e se sputtanano qualcuno è per­ché in questa vita o in un’altra se lo è meritato.

Questo è Ezio Mau­r­o e il suo quotidiano gli assomi­glia. Mauro è così indipendente che con gli anni si è guadagnato la patente di «portavoce di De Be­nedetti ». Così quando c’è da guerreggiare con Marina Berlu­sconi sull’etica degli editori toc­ca a lui prendere spada, scudo e parastinchi per difendere l’ono­re del suo editore. Marina Berlu­sconi dice a Daniele Manca del Corsera : «Ricorderà la polemica avviata e cavalcata da Repubbli­c­a sulla presunta legge ad azien­dam per un contenzioso fiscale che riguardava la Mondadori, le paginate dedicate ai turbamenti di alcuni nostri autori di fronte al­la vicenda. Lo sa quante altre aziende, oltre alla Mondadori, hanno utilizzato questa presun­ta legge ad aziendam ? Centoset­tantasette. E chi c’è nell’elenco? Proprio il gruppo di De Benedet­ti, con l’editrice di Espresso e Re­pubblica , che rischiava di dover pagare al fisco fino a 45 milioni». Un giornalista, un direttore, que­ste faccende editoriali non le la­scia al suo padrone. Il padrone ha ben altro a cui pensare. Non ha voglia di replicare a Marina Berlusconi.

È per questo che ha assunto un portavoce. E il porta­voce da buon giornalista parla per conto del suo editore: «Pron­to, sono il factotum di De Bene­­detti, avrei due o tre cosette da sbattere in faccia alla Berlusco­ni ». Mauro fa capire subito che non avrebbe tempo per queste faccenduole, ma il dovere è do­vere: «Mi dispiace dovermi occu­pare­per un minuto di una mise­ria italiana, però credo di dover­lo fare». Si rimbocca le maniche e va: «Il gruppo usufruisce delle leggi della Repubblica Italiana; diverso è costruirsi le leggi per poterne usufruire. Una differen­za che capisce chiunque, meno la signora Berlusconi». Insom­ma, il Cavaliere imbroglia, il gruppo di De Benedetti si limita a fare il succhiaruote.

Quella leg­ge fa schifo, ma visto che c’è noi la utilizziamo. Poi spara, sem­pre per conto terzi: «La signora Berlusconi ha uno spazio di un’intera pagina di un’intervi­sta e non affronta mai il proble­ma capitale: la sedia, la poltrona su cui quale è seduta alla Monda­dori è­stata ottenuta fraudolente­mente, con la corruzione dei ma­gi­strati, strappando la Monda­dori al legittimo proprietario». La polemica non finisce qui. Marina Berlusconi replica al di­rettore di Repubblica . Parla di «conflitto di interessi insanabile tra demagogia pubblica e porta­foglio privato ». La mano sinistra non sa cosa fa la destra, e vicever­sa. La sintesi è questa: «L’assen­za di argomentazioni reali porta a una risposta dai toni nervosi e arroganti. Una risposta fuori te­ma, come chiunque capisce, tranne il signor Ezio Mauro».

Mondadori contro il gruppo Repubblica .

Tutta questa storia di attacchi e repliche manca pe­rò di un elemento: il signor Carlo De Benedetti.Non c’è.Non si ve­de. Non si sente. Al massimo fa il ventriloquo. Al suo posto parla Ezio Mauro, giornalista indipen­dente a tempo perso, per hobby. Perché di lavoro ha scelto di fare il portavoce.

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