Bagno di sangue nel Donbass: si combatte nelle strade di Severodonetsk

Nella notte il sindaco di Severodonetsk, Olexandr Striuk, ha parlato di città "per metà in mano ai russi". Intanto Zelensky fa sapere che in Donbass ogni giorni muoiono "tra i 60 e 100 soldati ucraini"

Bagno di sangue nel Donbass: si combatte nelle strade di Severodonetsk

Gli occhi della nuova notte di guerra in Ucraina sono stati puntati ancora una volta su Severodonetsk. Già lungo l'intera giornata di martedì sono trapelate indiscrezioni sulla sua reale sorte e, nelle ultime ore, sono arrivate altre dichiarazioni del leader ceceno Ramzan Kadyrov a gettare benzina sul fuoco.

La guerra nelle strade di Severodonetsk

"Severodonetsk - ha detto in un video diffuso sui propri canali social - è stata ripulita completamente dai nazionalisti ucraini". Soltanto il 20-30% della città sarebbe ancora in mano a Kiev, secondo la versione di Kadyrov. "I nostri combattenti assieme a quelli della Repubblica Popolare di Lugansk hanno preso il controllo di tutto il settore residenziale". Ma anche pochi giorni fa il leader ceceno aveva data per chiusa la partita sulla città.

In realtà la situazione sarebbe ancora in divenire. Da Kiev è emerso pessimismo sulla tenuta di Severodonetsk, ma al momento sarebbero presenti all'interno del perimetro urbano di Severodonetsk alcuni battaglioni di soldati ucraini. Il sindaco Olexandr Striuk ha parlato di città "al 50% in mano russa".

Le truppe di Mosca stanno avanzando dai quartieri settentrionali e orientali. Oltre alle truppe regolari, il Cremlino sta puntando molto anche sui combattenti separatisti e miliziani ceceni. Non è chiaro se a Severodonetsk sia o meno in corso una battaglia urbana come quella vista a Mariupol. Le autorità ucraine locali hanno parlato nei giorni scorsi di una città distrutta al 60%, ma non sono emersi particolari video di combattimenti.

"Perdiamo tra i 60 e i 100 combattenti al giorno"

È probabile comunque che la battaglia sia intensa, ma non come nella città affacciata sul Mar d'Azov. E questo sia per le dimensioni più ridotte di Severodonetsk e sia per una strategia ucraina volta a risparmiare uomini e mezzi. Per Kiev infatti è adesso importante difendere gli altri territori nel mirino dei russi.

A partire dalle città di Slovjansk e Kramatorsk, le due più importanti in mano ucraina nell'oblast di Donetsk, l'altra provincia cioè che compone il Donbass. Anche qui le truppe di Mosca stanno aumentando la propria pressione militare. I russi stanno avanzando nell'area di Popasna, a nord di Donetsk e non lontana da Severodonetsk, e in quella di Lyman. Quest'ultima cittadina è stata presa la scorsa settimana e da qui i militari agli ordini del Cremlino potrebbero provare ad oltrepassare il fiume Seversky Donetsk e raggiungere la periferia di Slovjansk.

I combattimenti sono molto duri. La pressione militare russa si è intensificata in tutti i settori e nel Donbass si sta assistendo a un vero e proprio bagno di sangue. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha parlato nel suo video notturno della morte di "almeno 60 o 100 militari ucraini al giorno". Una cifra che rende l'idea della delicatezza della situazione attuale.

Nella notte intanto non sono mancati allarmi aerei anche in altre regioni ucraine, solo apparentemente fuori dal conflitto. Occhi puntati soprattutto su Odessa e Mykolaiv, due città raggiunte nei giorni scorsi dai raid russi e che nelle ultime ore hanno convissuto con altri allarmi scattati con il suono delle sirene di allerta.

A Mariupol invece adesso tutto tace.

Confermata nella notte appena trascorsa la partenza di una nave carica di metallo diretta verso la Russia. Si è trattato del primo cargo salpato da Mariupol dalla fine della battaglia che il 21 maggio scorso ha portato Mosca alla presa totale del territorio urbano.

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