"Bombe piazzate da robot sul Nord Stream": nuove ombre sulla Russia

L'opinione degli esperti riferita dal Guardian è emblematica: nel caso in cui l'ipotesi dei robot di manutenzione dovesse rivelarsi corretta la Russia tornerebbe ad essere l'indiziata numero uno

"Bombe piazzate da robot sul Nord Stream": nuove ombre sulla Russia

Le bombe che hanno provocato le quattro falle nel gasdotto Nord Stream 1 e 2 potrebbero essere state piazzate dai robot di manutenzione operanti nella struttura durante i lavori di riparazione della stessa. È questa l'opinione degli esperti riferita dal Guardian che getta nuove ombre sulla Russia. Nel caso in cui tale ipotesi dovesse rivelarsi corretta, infatti, vorrebbe dire che gli attacchi sarebbero stati effettuati "da un potere statale, con il dito puntato contro la Russia", ha scritto il quotidiano britannico.

L'ipotesi dei robot

Gli squarci del gasdotto Nord Stream 1 e 2 sono situati a circa 80 metri di profondità, nelle zone economiche esclusive di Svezia e Danimarca. Ad oggi, al netto di accuse reciproche e indiscrezioni non confermate, non conosciamo ancora il nome dell'autore del gesto. Dal Regno Unito, tuttavia, sta prendendo forma un'ipotesi che vale la pena quanto meno soppesare.

"A piazzare le bombe che hanno provocato quattro falle nel gasdotto Nord Stream 1 e 2 potrebbero essere stati i robot di manutenzione che operano all’interno della struttura del gasdotto durante lavori di riparazione", ha sottolineato il Guardian.

Non ci sono strumenti per confermare o confutare questa tesi. Certo è che, prosegue il giornale, "la natura sofisticata dell’attacco e la potenza dell’esplosione aggiungerebbero peso ai sospetti che gli attacchi siano stati effettuati da un potere statale, con il dito puntato contro la Russia".

Le rivelazioni dell'intelligence tedesca

Dalla Germania, invece, lo Spiegel ha rivelato che l'intelligence tedesca è giunta alla conclusione che sono stati piazzati ordigni ad alto potenziale per creare le quattro falle nei gasdotti Nord Stream. Le autorità di sicurezza di Berlino ritengono inoltre che gli squarci nelle tubature delle due pipeline nel Mar Baltico siano stati provocati da ordigni il cui effetto è paragonabile a quello di 500 chilogrammi di TNT.

Nella stima sono stati inclusi anche i segnali sismici registrati dagli istituti di rilevazione. "Queste stime, che finora non erano ancora emerse, portano alla supposizione che solo un soggetto statale possa essere dietro l'azione", ha scritto ancora il settimanale, che ha ricordato come ad oggi il governo guidato da Olaf Scholz abbia preferito non lanciarsi in speculazioni sui danneggiamenti ai gasdotti realizzati per trasportare il gas russo in Germania e verso l'Europa.

Sempre citando fonti di sicurezza, lo Spiegel ha affermato che già questo fine settimana dei sommozzatori oppure un robot telecomandato potrebbero procedere alla rilevazione dei danni, anche allo scopo di determinare che di tipo di esplosione sottacquea si sia trattato e, nel caso, quale tipo di esplosivo sia stato utilizzato.

La risposta dell'Ue

Nel frattempo, mentre si cerca di capire cosa sia accaduto al Nord Stream, l'Unione europea sembra guardare oltre l'incidente. Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, ha inaugurato un nuovo gasdotto tra Bulgaria e Grecia, dichiarando che "grazie a progetti come questo l'Europa avrà abbastanza gas per l'inverno".

Il citato gasdotto "è un punto di svolta per la Bulgaria e per la sicurezza energetica dell'Europa.

E significa libertà dalla dipendenza sul gas russo" per Sofia, ha chiarito Von der Leyen, intervenendo alla cerimonia per la messa in servizio ufficiale dell'interconnettore. L'Ue, ha sottolineato anche, ha sostenuto il progetto "sia finanziariamente che politicamente", con un contributo complessivo di 250 milioni di euro.

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