La premier britannica Theresa May non cede di fronte agli ostacoli della Brexit e continua a sostenere l'uscita della Gran Bretagna dall'Unione europea. All'indomani del vertice di Salisburgo, in cui doveva esserci un avvicinamento fra Londra e gli Stati Ue e che invece si è rivelato un nulla di fatto, la premier non sembra voler rinunciare, come voluto da alcuni governi, al risultato del voto popolare.
Anzi, il primo ministro inglese sembra essere ancora più salda nella volontà di uscire dall'Unione europea, tanto da aver ribadito che "nessun accordo è meglio di 'un cattivo accordo'". Il riferimento è alle proposte di un compromesso tra Uk e Ue che l'Europa vuole ovviamente orientare a favore dell'Unione.
"Ho trattato l'Ue con nient'altro che rispetto e mi aspetto lo stesso da loro", ha aggiunto la premier. "Ora abbiamo bisogno di sentire dall'Ue quale sia la vera alternativa e possiamo discuterne". E ha confermato di non avere "alcuna intenzione di accettare un confine doganale tra la Gran Bretagna e l'Irlanda del Nord". Un problema ancora irrisolto nei difficili negoziati con l'Unione.
Theresa May è consapevole, come ha dichiarato nel suo discorso all'indomani del vertice austriaco, che le trattative tra le parti sono in "un vicolo cieco". Ma il governo britannico non rinuncerà mai, a detta del capo dell'esecutivo, a quanto voluto da cittadini: "Non stravolgerò il risultato del referendum né romperò il mio Paese. Abbiamo bisogno di un serio impegno per risolvere i due grandi problemi nei negoziati e siamo pronti". La May è convinta che il referendum sulla Brexit sia stato "il più grande esercizio democratico nella storia del Paese". Ed è un segnale chiaro rivolto a chi, come il premier maltese, aveva pensato a un secondo referendum.
Joseph Muscat, parlando alla Bbc ha detto che "vorremmo che qualcosa di quasi impossibile avvenisse, che il Regno Unito tenesse un nuovo referendum". Il leader de La Valletta ha anche aggiunto di ritenere che "la maggior parte di noi sia favorevole a una situazione in cui ci sia la possibilità che il popolo britannico metta le cose in prospettiva, veda che cosa sono i negoziati, veda le opzioni, e poi decida una volta per tutte".
Ma questa prospettiva è stata ampiamente respinta al mittente da Londra, che non accetterà di andare contro il voto popolare.
Proprio per questo motivo, da quando il Regno Unito ha scelto la via della Brexit, il governo si è impegnato a creare partnership e alleanze con altre potenze, a cominciare da Stati Uniti e Cina. Ma sta anche cercando sponde in Europa, soprattutto nei governi più euroscettici o critici nei confronti dell'Ue: e fra questi, c'è anche l'Italia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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