Brexit: tutti pronti accelerare i tempi. Il divorzio tra Londra e Bruxelles ingrana la marcia con lo scopo di “intesificare” i colloqui sulla spinosa questione della Brexit.
La preoccupazione dell’Unione europea (Ue) è aumentata soprattutto dopo le recenti turbolenze che il governo di Theresa May ha dovuto affrontare, da ultima le dimissioni risalenti a pochi giorni fa del ministro degli esteri Boris Johnson. Il terremoto politico in casa Regno Unito sembra alle porte, e proprio per questo motivo Bruxelles vuole evitare a tutti costi il rischio di dover affrontare una “brutale rottura” dell’uscita della vecchia Albione dall’Ue.
L’intensificazione dei colloqui tra Londra e Bruxelles dovrebbe portare alla firma di un accordo pacifico entro il prossimo ottobre, stabilendo grazie a ciò la linea da percorrere da entrambe le parti sulla gestione dei rapporti diplomatici dei prossimi anni.
“Abbiamo fatto molti progressi nell'accordo di ritiro – ha dichiarato stamane Dominic Raab, ministro britannico incaricato della gestione della Brexit – ma ci sono ancora lacune da colmare”. “Ecco perché non vedo l'ora di intensificare, riscaldando i negoziati e assicurandoci che siamo nella posizione migliore per ottenere il miglior accordo”, ha affermato Raab nella sede della Commissione europea a Bruxelles.
L’ultimatum per trovare un’intesa sulla Brexit è il prossimo 18 ottobre, data coincidente con il prossimo vertice europeo, e teoricamente l’uscita definitiva del Regno Unito dall’Ue è prevista per il 30 marzo 2019, nel qual caso non si riuscisse a trovare un accordo comune entro quest’autunno. "Vogliamo essere pronti per entrambi gli scenari", ha detto la portavoce della Commissione, Mina Andreeva: "Stiamo lavorando molto duramente per avere un accordo con il Regno Unito, ma dobbiamo essere pronti a ogni eventualità".
A prescindere dal risultato che si otterrà per discutere delle condizioni di una soft o di una hard Brexit, la Commisione europea ha ammonito stamane che questo fenomeno “interesserà i cittadini, le imprese e le amministrazioni, sia nel Regno Unito che nell'Ue”, invitando per giunta gli “Stati membri e attori privati ad intensificare i loro preparativi” per non farsi cogliere impreparati dinanzi a una remota (ma possibile) “rottura brutale”, tradotta semplicemente in un mancato accordo sottoscritto da entrambi i protagonisti.
Proprio per questo motivo, la Commissione europea ha voluto sottolineare nuovamente che la preparazione di eventuali “piani di emergenza” non può essere fatta all’ultimo minuto o lasciata al caso, perché “non ci sarà periodo di transizione” per placare le conseguenze immediate e catastrofiche di un accordo fallito della Brexit fallita.
Tutti gli attori coinvolti nella questione della Brexit confidano nel compromesso e nella buona volontà di Londra e Bruxelles per siglare un accordo iniziale che permetta di stabilire
un’uscita “dolce” e graduale del paese di sua Maestà dall’Ue. Ciò consentirebbe uno slittamento delle date di uscita a dicembre 2020, con un notevole minor impatto sul mondo del lavoro inglese ed europeo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.