Cameron chiude all'immigrazione: insorgono i Paesi est europei

Per Polonia, Ungheria e Slovacchia è "inaccettabile giocare con i diritti dei migranti". Vogliono difendere i loro emigranti, temendo che Cameron li metta alla porta

Cameron chiude all'immigrazione: insorgono i Paesi est europei

Ancora fresco del successo elettorale, David Cameron passa all'incasso: all'obbligo imposto dalla Ue di accettare quote prefissate di migranti oppone un netto rifiuto.

Nelle stesse ore in cui rispedisce al mittente la bozza che prevede l'assegnazione alla Gran Bretagna di una cospicua quota di migranti decisa sulla base di un complesso calcolo proporzionale, Downing Street ha proposto alle Nazioni Unite un'altra bozza di risoluzione che prevederebbe l'uso dell'azione militare per sconfiggere gli scafisti che partono dal Nordafrica.

Contro Cameron, però, si è assisistto a una vera e propria levata di scudi da parte dei membri Ue dell'Europa orientale, che hanno avvertito il premier inglese di "non azzardarsi ad interferire con i diritti umani dei migranti". A fare muro, in un appello lanciato sul Financial Times, i rappresentanti per i rapporti con la Ue di Polonia, Slovacchia e Ungheria, che definiscono "sacrosanto" il diritto dei migranti comunitari di circolare liberamente all'interno della Ue.

"Siamo pronti a sederci attorno a un tavolo e negoziare su quanto deve essere riformato - ha detto il ministro polacco per l'Europa, Rafal Trzaskowski - ma in fatto di immigrazione i nostri paletti sono molto chiari", mentre l'ungherese Szabolcs Takacs ha aggiunto: "Non ci piace che i lavoratori ungheresi siano chiamati migranti, sono cittadini europei liberi di lavorare in altri Paesi europei".

La posizione di Londra sull'immigrazione è molto rigida ormai da mesi. Nel corso dell'ultimo anno il premier Cameron ha fatto campagna elettorale promettendo continuamente un giro di vite nei controlli sull'immigrazione dall'estero, finendo spesso per inseguire su questo terreno lo Ukip di Nigel Farage.

Recentemente ha assicurato che la Gran Bretagna parteciperà alle operazioni di soccorso nel Mediterraneo con proprie unità aeronavali, ma ha anche aggiunto che non Londra non è disposta ad accoglierne sul proprio territorio.

Ora la stessa linea, applicata alle migrazioni interne alla Ue, ha suscitato le ire dei paesi dell'Est Europa.

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